Politica

I mantenuti che tirano monetine

Dietro la folla che ha aggredito La Russa la mano di politici come Di Pietro e Bersani. Gente che campa grazie ai soldi pubblici e che però sputa sul Palazzo dove mangia

E ci risiamo con le monetine. Era il 30 novembre del 1993 quando furono lanciate a Bettino Craxi fuori dell’Hotel Raphael a Roma. Due giorni fa davanti a Montecitorio è stata la volta del sottosegretario Daniela Santanchè e del ministro Ignazio La Russa. Al Raphael Craxi veniva apostrofato perché lui e i socialisti avrebbero rubato. Oggi a lanciare le monetine sono seguaci di Di Pietro, Bersani e Vendola, gente che forse non ha rubato, ma che certamente campa coi soldi di tutti noi e che spara nel palazzo dove mangia.

Sempre monetine, sempre improperi, sempre aggressioni violente anche se verbali. Sempre disprezzo. E la domanda è se si possa pensare ad un Paese come il nostro ridotto così. Certo il ministro della Difesa, successivamente in Aula, poteva evitarsi la sceneggiata di cui è stato protagonista. Bene, ma le monetine francamente no.
Chi sono questi cavalieri senza macchia e senza paura che lanciano le monetine? Il popolo viola, militanti dell’Italia dei valori (mai nome fu meno appropriato se il rispetto è uno dei valori) e anche del Pd. Il disprezzo come contenuto in politica non va mai bene per il semplicissimo motivo che in politica e nel Parlamento si discute, non si apostrofa. Quest’ultima è pratica da bar e, anche in questo caso, rileva spesso mancanza di idee da esporre e cose da dire. Detto questo, i signori delle monetine chi sono? Cos’hanno in più degli altri, in particolare più della Santanchè e di La Russa per potersi permettere di lanciare contro di loro tutto il disprezzo delle monetine? Sono figure morali di particolare rilievo? Non ci risulta. Sono forse portatori di idee e valori così alti da potersi permettere il dileggio altrui? Perché la sinistra spesso richiama la destra ad un maggiore senso delle istituzione e al rispetto delle cariche dello Stato e poi fomenta i loro militanti a fare cose che con il senso dello stato non c’entrano proprio un bel nulla?

I parlamentari del centrodestra sono rappresentanti delle istituzioni o no? Questa è la domanda cui dovrebbero rispondere coloro che stanno dietro ai lanciatori di monetine. Le retrovie dei monetinari, i loro ideologi, siano chiari su questo punto perché così, dopo, sarà tutto chiaro. In altre parole: siamo allo stesso giochetto che chi non la pensa come me è delegittimato anche a discutere? Le monetine sono questo. Chi ci sta dietro è questo. Chi tace è questo. L’unica monetina che si può lanciare è quella dell’arbitro sul campo di calcio. Il resto è roba da incivili e soprattutto da gente che dimostra di avere in spregio le istituzioni e i loro rappresentanti.
Siamo usciti da pochi giorni dalle celebrazioni di avvio dell’Unità d’Italia dove si è respirato un bel clima e sapete perché? Perché i protagonisti sono stati gli italiani e le italiane che hanno voluto dimostrare un po’ di orgoglio di essere italiani. Il Presidente della repubblica è stato accolto come presidente di tutti. Peccato che ci sia ancora chi di tutto questo non conosce neanche l’esistenza e pensa di poter fare delle istituzioni tutto ciò che vuole.

Non si tratta di come uno la pensa politicamente, si tratta se quel qualcuno ha il senso politico-democratico di base che lo porta a rispettare i rappresentanti del popolo in quanto tale. Certo, spesso questi rappresentanti fanno di tutto per gettare discredito sulle istituzioni stesse, ma questo non giustifica tutto e tutti.

Sennò qui si finisce veramente a schifìo e poi le monetine non bastano più.

Commenti