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I musulmani della Coreis: «Mai più attentati in nome di Dio»

La Comunità religiosa islamica celebra l'11 settembre a Vicenza insieme al console americano, al sindaco e con la partecipazione del comando militare statunitense della base di Ederle

I musulmani della Coreis (la Comunità religiosa islamica) hanno commemorato l'11 settembre «per trasmettere una testimonianza di solidarietà al popolo americano e alle sue istituzioni», e un messaggio «di dialogo per la coesione tra le civiltà e di denuncia di ogni strumentalizzazione violenta della religione».
La commemorazione è stata celebrata presso la sede della Coreis di Vicenza. Accanto al vicepresidente della organizzazione di musulmani, l'imam della moschea milanese di via Meda, Yahya Pallavicini, sono intervenuti il console addetto agli Affari politici ed economici degli Usa Richard Snelsire e il sindaco di Vicenza Achille Variati.
L'iniziativa ha ricevuto inoltre il sostegno da parte del Generale Maggiore della base militare «Ederle» di Vicenza David Hogg, che ha commentato: «Il messaggio e gli obiettivi del vostro programma di commemorazione sono lodevoli. Siamo certi che il vostro evento avrà successo, e apporterà un importante contributo alla maggiore comprensione e tolleranza tra i popoli liberi in una società democratica».
«Proprio da Vicenza infatti - ha ricordato il responsabile per il Triveneto della Coreis Yahya 'Abd al-Ahad Zanolo - città che ospita una delle più importanti basi militari Usa presenti in Europa, vorremmo lanciare un messaggio di solidarietà a tutti coloro che operano per tutelare il patrimonio comune dei valori democratici, della stabilità e dell'armoniosa convivenza fra i popoli, fra le diverse sponde del Mediterraneo e dell'Atlantico, nonché fra Oriente e Occidente». «Quell'Occidente - dicono dalla Coreis - dove il ruolo dell'Islam dovrà sempre più consolidarsi come parte attiva nella salvaguardia della dignità e della sacralità della persona e della pace, confermando così quel contributo civile, culturale, sapienziale e spirituale che da sempre - anche in Europa - la civiltà islamica ha contribuito a dare».
La Coreis, dunque, vuole «denunciare ancora una volta l'uso contraffatto dei simboli religiosi volto a camuffare finalità di potere economico e politico, fomentando così quello "scontro di civiltà" che religiosi e laici hanno il dovere di sventare anzitutto con i mezzi dell'intelligenza, della lungimiranza e del dialogo, garantendo solo così alle generazioni future la possibilità di progredire sulla via della convivenza pacifica».


A Vicenza, i musulmani della Coreis hanno rivolto le loro preghiere «alle vittime dell'11 settembre e a quelle di tutti gli attentati terroristici, che per nessun motivo potranno mai essere compiuti in nome di Dio».

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