I personaggi e i fatti che raccontano la storia del nostro Paese in una serie di immagini d'autore

Quando il 25 novembre 1881 nacque a Sotto il Monte, piccolo borgo del bergamasco, Angelo Roncalli, figlio di poveri mezzadri, nessuno immaginava a cosa il destino l'avrebbe destinato. Non soltanto prete, per quindici anni a Bergamo come segretario del vescovo e insegnante al seminario, non semplicemente cappellano militare durante la Prima guerra mondiale, poi visitatore apostolico in Bulgaria e in Turchia, dal 1944 nunzio a Parigi e poi nel 1953 patriarca di Venezia. Ma anche, e soprattutto, Papa, successore di Pietro - dopo Pio XII -, dal 28 ottobre 1958, assumendo il nome di Giovanni XXIII. Il suo pontificato durò relativamente poco, non superò i cinque anni. Morì, infatti, il 3 giungo 1963. Ma fu un periodo sufficiente per grandi cose. Fra queste, l'avvio, improvviso e per certi versi inaspettato, del Concilio Vaticano II.
Era l'11 ottobre 1962 quando, aprendo i lavori conciliari in piazza San Pietro, venne chiamato a gran voce ad affacciarsi dalla finestra del suo studio. Roncalli si presentò davanti a una piazza gremita e pronunciò uno dei suoi discorsi più famosi, il cosiddetto «discorso della luna». Il discorso non era preparato e fu anche per questo motivo che risultò da subito poetico, dolce, semplice. Giovanni XXIII salutò la luna e i fedeli e, con grande umiltà, impartì un ordine come fosse una carezza: «Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera, a guardare a questo spettacolo, che neppure la basilica di San Pietro, che ha quattro secoli di storia, non ha mai potuto contemplare. La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato padre per volontà di Nostro Signore, ma tutti insieme paternità e fraternità e grazia di Dio, facciamo onore alle impressioni di questa sera, che siano sempre i nostri sentimenti, come ora li esprimiamo davanti al cielo, e davanti alla terra: fede, speranza, carità, amore di Dio, amore dei fratelli. E poi tutti insieme, aiutati così, nella santa pace del Signore, alle opere del bene. Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza».
Il 3 settembre del 2000 Giovanni Paolo II proclamò Roncalli «beato». In quell'occasione l'Osservatore Romano pubblicò alcune delle 303 testimonianze assunte durante il processo. Alcune erano relative all'infanzia di Roncalli.

Disse il suo parroco Giovanni Birolini, secondo una dichiarazione dalla baronessa Maria Perego Scotti: «Io credo che il Padre Eterno, quando mandava giù i figli ai coniugi Roncalli, ha dimenticato sul tavolino tutta l'intelligenza, l'equilibrio e il buon senso che dovevano essere distribuiti ai singoli figli; accortosi improvvisamente, cacciò tutto nella testa di Angelino».

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