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«I piccoli negozi non ce la faranno»
Marco Pirola
Il nome suona vagamente «bulgaro», ma il Comitato centrale della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani è l'organo di autogoverno degli 80mila farmacisti italiani iscritti. Andrea Mandelli, monzese, ne è uno dei tredici componenti nonché presidente della Lombardia.
«I farmaci non sono certo come le caramelle - commenta Mandelli - nessuna difficoltà nel comprendere la riduzione dei prodotti da banco, ma il dubbio è che il provvedimento non favorisca in maniera uguale tutti i cittadini. La tipologia delle farmacie italiane è medio-piccola e quindi non sarà in grado di offrire sconti accettabili per via delle proprie dimensioni».
«La politica di fare sconti per aumentare le vendite non ci piace - continua Andrea Mandelli -. Se un malato ha bisogno della tachipirina, non ha certo tempo e voglia di girare per cercare dove costa meno. La nostra politica è quella di tenere sotto controllo luso delle medicine. Noi quasi sempre consigliamo il cliente che si rivolge al farmacista perché ha bisogno, non possiamo barattare il prezzo».
E aggiunge: «Prezzi uguali in ogni farmacia è sicuramente la strada per far sì che tutti ne possano beneficiare e per evitare che si scateni la caccia al prezzo migliore».
Mandelli ricorda che «il farmacista è sempre una persona responsabile che ha a cuore il paziente considerato non solo un cliente. Dietro al bancone si consiglia, prima ancora che vendere».
«Personalmente - insiste - non intendo partecipare ad alcuna gara al ribasso. È un problema di struttura delle singole farmacie: chi è più grande ha più possibilità di praticare questi sconti per via del volume daffari, ma, ripeto, chi in caso di bisogno si mette a girare la città per cercare laspirina più conveniente? Lapproccio - conclude il farmacista - deve essere fondamentalmente diverso».
Il nome suona vagamente «bulgaro», ma il Comitato centrale della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani è l'organo di autogoverno degli 80mila farmacisti italiani iscritti. Andrea Mandelli, monzese, ne è uno dei tredici componenti nonché presidente della Lombardia.
«I farmaci non sono certo come le caramelle - commenta Mandelli - nessuna difficoltà nel comprendere la riduzione dei prodotti da banco, ma il dubbio è che il provvedimento non favorisca in maniera uguale tutti i cittadini. La tipologia delle farmacie italiane è medio-piccola e quindi non sarà in grado di offrire sconti accettabili per via delle proprie dimensioni».
«La politica di fare sconti per aumentare le vendite non ci piace - continua Andrea Mandelli -. Se un malato ha bisogno della tachipirina, non ha certo tempo e voglia di girare per cercare dove costa meno. La nostra politica è quella di tenere sotto controllo luso delle medicine. Noi quasi sempre consigliamo il cliente che si rivolge al farmacista perché ha bisogno, non possiamo barattare il prezzo».
E aggiunge: «Prezzi uguali in ogni farmacia è sicuramente la strada per far sì che tutti ne possano beneficiare e per evitare che si scateni la caccia al prezzo migliore».
Mandelli ricorda che «il farmacista è sempre una persona responsabile che ha a cuore il paziente considerato non solo un cliente. Dietro al bancone si consiglia, prima ancora che vendere».
«Personalmente - insiste - non intendo partecipare ad alcuna gara al ribasso. È un problema di struttura delle singole farmacie: chi è più grande ha più possibilità di praticare questi sconti per via del volume daffari, ma, ripeto, chi in caso di bisogno si mette a girare la città per cercare laspirina più conveniente? Lapproccio - conclude il farmacista - deve essere fondamentalmente diverso».
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