Cronache

I poeti e i cantautori a confronto raccontano Genova così com’è

Parole e musica nello spettacolo di Tonino Conte che andrà in scena nella chiesa di Sant’Agostino dal 27 febbraio al 17 marzo

I poeti e i cantautori a confronto raccontano Genova così com’è

Parole e musica, musica e parole. Uguali e nello stesso tempo diverse melodie che sanno arrivare dritto all’anima, qualunque sia la strada che scelgono. E così ecco quelli che hanno usato queste armi per «ferire» il cuore: i poeti e i cantautori genovesi. Uno contro l’altro? Neppure per idea, perché alla fine nessuno dei due vince se non l’ascoltatore che sa andare oltre le note o i silenzi.
La Genova in rima è protagonista di una tappa del lungo percorso teatrale della Tosse, una tappa che ci catturerà ancora nell’incanto della trasformata chiesa di Sant’Agostino con lo spettacolo firmato da Tonino Conte, «La mia scena è Genova. Poeti vs cantautori». Si tratta della seconda parte di una trilogia, di quel percorso tra autobiografia e fantasia iniziato da Conte a novembre e che proseguirà con la terza parte il 25 maggio, ultimo appuntamento intitolato «Nel mare dell’Odissea».
Parole e musica. Poeti e cantautori infatti hanno sempre avuto un legame del tutto speciale con Genova, quasi che la città fosse una musa ispiratrice per i loro versi e le loro canzoni. E, se possibile, i due filoni spesso si sono intrecciati l’uno all’altro, traendo ispirazione proprio l’uno dall’altro. Nello spettacolo che andrà in scena dal 27 febbraio al 17 marzo Tonino Conte ha scelto di raccontare tutto questo, mettendo a nudo scampoli di sé: «Nella mia lunga vita ho avuto modo di incontrare, di lavorare assieme a tanti grandi personaggi. Oggi con questo spettacolo, attraverso di loro, Genova appare com’è, com’era. Anche se alcuni di questi protagonisti neppure erano genovesi. Giorgio Caproni, ad esempio, livornese trapiantato nella nostra città, la cui poesia incrocia sempre, in un modo o nell’altro, il cammino del Teatro della Tosse».
Ha attraversato un’epoca, Tonino Conte. Di tanti personaggi, poeti, ama ricordarne uno: «Nicola Ghiglione. Lo vedevo spesso camminare da solo e pensieroso con un fascio di giornali sotto il braccio. Sapevo chi era, sapevo che collaborava col “Giornale” e scriveva poesie. Un giorno ho trovato il coraggio a due mani e l’ho fermato. Siamo diventati amici e mi ha anche scritto una dedica».
C’è Ghiglione nello spettacolo e chi altri ancora? Quelli che vivono, anche a loro insaputa, con un’eco profonda nei versi dei cantautori. Ecco allora un po’ di Camillo Sbarbaro, Eugenio Montale, Giorgio Caproni, Edoardo Sanguineti, Edoardo Firpo nelle canzoni di Gino Paoli, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Fabrizio De André, Ivano Fossati, Paolo Conte, Giampiero Alloisio, Max Manfredi e Andrea Ceccon.
Ci saranno anche le musiche, naturalmente, in «Poeti vs cantautori», per la consulenza di Oscar Prudente.
«È stato proprio lui, Oscar Prudente - ricorda ancora Tonino Conte - a catapultarmi nel mondo della musica che diventa teatro e viceversa. Tanti anni fa, mi spinse a mettere in scena uno spettacolo di Loredana Berté. Era la prima volta che un cantante qui in Italia faceva qualcosa di più e di diverso dal cantare e basta. È stato per me un inizio».
Ora le note, quelle dei cantautori, sono più soft. Parole e musica che sono divenute quasi una colonna sonora della nostra vita. Ogni ritornello evoca un vissuto, ma soprattutto accende davanti ai nostri occhi l’immagine di un volto. Altrettanto non si può dire per tutti i poeti, anche quelli di casa nostra, più vicini al nostro modo di sentire. Eppure nei loro versi, nella loro poesia c’è tanta voglia di musica, «suonano» splendidamente se si regala loro una voce.
E le voci ci sono, con le note, in questa seconda puntata sulla scena di Genova. Sono quelle di Alberto Bergamini, Enrico Campanati, Paolo Maria Pilosio, Lorenza Pisano e Vanni Valenza, mentre per la parte strettamente musicale ecco Maria Pierantoni Giua e Max Manfredi. Sullo sfondo la straordinaria scenografia allestita nella chiesa di Sant’Agostino, ormai abituata alle imprese del Teatro della Tosse: una struttura su più livelli disegnata da Alida Cappellini e Giovanni Licheri a cui si aggiungono le sculture di Danièle Sulewic.
Parlavamo di vincitori e vinti. Il «vs» del titolo che significa «versus», non è un «contro» ostile, ma segna l’incontro dialettico tra poesia e canzone d’autore. Insomma, ci sarà ben un perché se a Genova l’una e l’altra hanno avuto nomi così grandi, che hanno lasciato il segno. Lo spettacolo di Tonino Conte scioglierà il bandolo di questa matassa.


E se non bastasse l’appuntamento in Sant’Agostino, la Tosse ha pensato anche ad un altro modo di fare teatro, di continuare il discorso iniziato in palcoscenico, andando a spasso per le vie della città: i «percorsi letterari», cinque passeggiate per toccare con mano quella che fu la Genova dei poeti e dei cantautori.

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