Cronache

«I soldi dell’iscrizione? Vanno in carta igienica per le segreterie»

Si paga l'iscrizione ma i soldi vanno alla segreteria. L'urlo di dolore arriva dai genitori degli alunni delle scuole primarie di Genova, per niente favorevoli a questa decisione.
Ma anche gli insegnanti storcono il naso. Loro speravano che parte dei contributi andassero alla didattica.
Come si suol dire la scuola, in questo periodo, ne perde dal tappo e dalla spina.
Dal Ministero arrivano pochi soldi e risicati, il Comune non provvede nemmeno alle prime necessità. E le scuole elementari della Superba stanno lentamente morendo.
Oramai non esiste più nessuna direzione didattica o istituto comprensivo che alle famiglie dei remigini non chieda un contributo finanziario detto «volontario». In realtà di volontario non c'è nulla. Ma è un ennesimo obolo che i genitori devono pagare nonostante la scuola pubblica debba essere gratuita per tutti. In realtà i plessi da soli non ce la fanno. La famosa «autonomia» ha tagliato loro le gambe.
Non riescono a pagare le supplenti, e quindi sono le insegnanti stesse di ruolo che vanno a sostituire i colleghi in malattia, togliendo ore alle proprie compresenze. Ma la mazzata più grossa l'hanno avuta quando hanno scoperto che parte dei soldi delle iscrizioni vanno all'assicurazione dei bambini (7,50 euro in media), mentre il restante va nelle cosiddette «spese di funzionamento».
«Alla fine abbiamo scoperto che cosa sono queste spese di funzionamento - dice una mamma della direzione didattica Maddalena - sono le bollette del telefono della segreteria, cancelleria varia, carta igienica per il bagno delle amministrative, carta per le fotocopie. Insomma - si lamentano le mamme - oltre a pagare tutto questo per i nostri figli, adesso dobbiamo anche pagarlo per le segretarie. Non ci sembra per niente giusto - aggiungono - crediamo che queste spese debbano essere a carico del Ministero o del Comune, non certo delle famiglie».
Così si passa dai dieci euro del Comprensivo «Montaldo», ai venti della «Maddalena», per arrivare ai quarantacinque di «San Francesco di Albaro» fino ai cinquanta di «Castelletto».
«È una vergogna - tuonano i genitori - tutto ciò viene fatto alle nostre spalle. Ci chiedono i soldi come fosse una donazione per la scuola che vada a beneficio dei nostri bambini e poi scopriamo che le insegnanti non possono fare fotocopie perché le fotocopiatrici non funzionano e allora chiedono a noi se possiamo farle nei nostri uffici. Non c'è un fondo per le uscite, per la biblioteca». «Insomma continuano a chiedere a noi - sbotta una mamma della direzione di Albaro - e poi veniamo a scoprire che invece che andare per il bene delle classi va a favore della segreteria!».
«Non credo che sia giusto. Tra l'altro noi diamo sempre anche dei soldi alle rappresentanti di classe. Ma poi siccome non li diamo tutti - spiega - allora poi scoppiano le guerre interne. Alcune mamme non lasciano comprare le cose per tutti perché non tutti hanno pagato».
Insomma la coperta è troppo corta e da qualsiasi parte la tiri lascia scoperto qualcuno.

Peccato che nella scuola chi debba rimetterci siano proprio i bambini.

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