Cronache

Con i soldi risparmiati per Cassano, la Samp guadagnerà la serie B

Con i soldi risparmiati per Cassano, la Samp guadagnerà la serie B

(...) provocare un penoso senso di soffocamento nei tifosi sampdoriani. Non mi riferisco ai delinquenti che hanno nottetempo aggredito il pullman di Palombo e compagni reduci dalla sconfitta di San Siro. Quelli sbracherebbero pure se dovessero partecipare a una cerimonia funebre. Per quelli c’è il codice penale, che deve funzionare, alla svelta, senza se e senza ma. Parlo della vasta e civile tifoseria blucerchiata che va rispettata perché non merita di soffrire le pene sportive dell’inferno; e non merita la macchia.
C’era una volta in casa Sampdoria, abilmente pescato in Spagna da Beppe Marotta a costo zero, un fenomeno calcistico chiamato Fantantonio: con la decisiva partecipazione del quale la squadra guidata da Walter Mazzarri raggiunse dapprima un buon 6° posto con accesso all’Europa League quindi un modesto 12° però nobilitato da una finale di Coppa Italia sfortunatamente persa ai rigori, e la squadra successivamente guidata da Gigi Del Neri colse un prestigioso 4° posto che le valse il diritto a disputare i preliminari di Champions League. Da Cassano a Cassano, è stato bellissimo ma è tutto finito. In vacca. Guardando la classifica e valutando obiettivamente le forze in campo, al tempo del mitico ortopedico nostrano si sarebbe detto: questa Sampdoria non la salva più nemmeno Maragliano.
Non appena compresi che gli azionisti di riferimento della società blucerchiata avevano deciso di liberarsi del peso economico dell’appestato Fantantonio con spericolata manovra autocastrante, personalmente ammonii da queste colonne e ribadii dal piccolo schermo: pensateci bene, perché l’esperienza insegna che andrete fatalmente incontro a pene colossali. Purtroppo non ci hanno creduto. E così è stato. Rotto il sigillo di garanzia, comprendendo che qui non c’era più trippa per gatti Pazzini cominciò a premere per andare alla Juve dei suoi estimatori Marotta e Del Neri: Juve che a parziale conguaglio avrebbe peraltro potuto spedire a Genova un salvifico Amauri. Ma guai trattare con l’appestato Marotta, oltretutto privo di liquidità di cassa. Così ci si accontentò di Biabiany più il «pour boire» di Moratti. Risultato: i 5,5 milioni lordi di euro all’anno risparmiati per Cassano, più - mettiamo - i 4 preventivabili per Pazzini, agli azionisti di riferimento della Sampdoria che s’avvia mestamente alla serie B costeranno, oltre a indicibili fastidi, pure, in soldoni, dieci volte tanto. A questo punto, visto che fortunatamente i Garrone - gente d’onore, di fegato e d’orgoglio - cercheranno la rivincita vada come vada, auspico che l’avvilito papà Riccardo decida di fare un passo indietro in favore del figlio Edoardo, l’unico sampdoriano autentico della nidiata. E ribadisco il concetto vitale: non si tergiversi ulteriormente aspettando di sapere se il prossimo, per la Sampdoria, sarà un campionato di serie B o di serie A. Ripristinando il buonsenso che due lustri fa ispirò l’avvento di Marotta, si assuma celermente, senza tirare eccessivamente sul prezzo, un manager di provate virtù (del tipo Sartori, Sabatini, Bigon), gli si fissi un giudizioso badget e gli si conceda carta bianca. Serie A o serie B poco importa: la squadra acefala che ha perso 13 delle ultime 18 partite disputate, rimanendo incredibilmente all’asciutto in 14 occasioni, andrà comunque competentemente ripensata.
Chi non ha più pensieri, a parte quello della panchina in prospettiva futura, è il Grifone targato Preziosi, che pur avendo tutto l’interesse a restare per qualche tempo l’unico rappresentante della Superba in serie A ha dato di brutto in testa al Brescia diretto concorrente dei «cugini» e si ripropone di usare identico trattamento al Lecce. Per quanto possa contare, ribadisco il concetto: personalmente mi terrei Ballardini, che è bravo, è serio non solo perché non ride, non millanta e non sbraca, oltretutto si è dimostrato duttile e dunque non credo che farebbe resistenza a sposare il «4-3-3» dei sogni Preziosi laddove il presidente gli mettesse a disposizione le pedine acconce per il modulo a lui caro. Peraltro non mi straccerei le vesti se Preziosi optasse invece per un Delio Rossi, un Sannino, un De Canio e persino - se il patron ne fosse assolutamente convinto - per quell’invasato di Malesani.

Fossi comunque nei panni di Ballardini, che ha genuinamente confessato di trovarsi a proprio agio davanti a questo mare, per sabato a Marassi, ospite appunto il Lecce di De Canio, avversario di gran corsa e ampio respiro, tutt’altro che disposto ad immolarsi come agnello pasquale, mi piccherei di organizzare una gara significativamente spettacolare.

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