Cronache

Dopo i tanti errori fatti, con quelle parole Preziosi si è riscattato

(...) mentre dopo Gasperini, Ballardini, Malesani 1°, Marino e Malesani 2° torna in extremis in panchina il bravo De Canio del Grifo 2003/2004. Ma proprio quando nel giro di 50 minuti quella massa di errori si è condensata nel mortificante 0-4 casalingo in favore del Siena a 5 tappe dalla probabile retrocessione in B, cioè nel punto più basso della sua discussa vicenda sportiva, Enrico Preziosi mi è piaciuto. Tanto. Perché ha finalmente trovato il coraggio di stufarsi. Mi è piaciuta la sua denuncia diretta - tardiva, ma pazienza - contro la ristretta cerchia di facinorosi il cui ricatto il presidente ha purtroppo sempre subito finché non è sfociato nell'infamante gogna pubblica di stampo medievale ad opera di gente che da tempo immemore, in nome di un malinteso senso di appartenenza coatta, paradossalmente si tramanda il compito di infangare a piacimento il nome della vasta tifoseria del Grifone, del glorioso vessillo rossoblu e di tutta Genova al cospetto dell'Italia intera. Mi è piaciuto il richiamo forte e chiaro del presidente alle svariate «Autorità competenti» affinché facciano infine il loro dovere per restituire alla difesa della civile convivenza un minimo di credibilità: «Conoscete facce e nomi, non hanno niente da perdere a parte la libertà e mi auguro che la perdano. Voglio vederli in galera».
Mi congratulo con Sculli, Frey e Scarpi che si sono rifiutati di togliersi e cedere la maglia, virilmente ribellandosi alla risibile pretesa dei prevaricatori. La lunga serie di errori sportivi imputabili alla presunzione di Preziosi non giustifica violenze e ricatti. Retrocedere sul terreno di gioco non è una tragedia, come insegnano i tifosi del Wolverhampton (Inghilterra, patria degli ex hooligans) che due giorni fa hanno accompagnato piangendo applaudendo e cantando l'obbligata resa della propria squadra. Non è una tragedia, la retrocessione sportiva, nemmeno se stoltamente autoinflitta come questa, esattamente come avvenne ai «cugini» 12 mesi fa: le sciagure della vita sono altre. Ben venga la squalifica del Ferraris rossoblu: disputare in campo neutro gli incontri con Cagliari e Palermo sarà un sollievo per giocatori tutt'altro che lavativi, purtroppo male assortiti e con lacune strutturali, taluni alla frutta, altri sopravvalutati, tutti malguidati e traumatizzati dall'aleggiante «sindrome Sampdoria». Domani a San Siro rossonero (ore 18), senza l'acciaccato Biondini e gli squalificati Mesto e Rossi, la prova generale per la dura trasferta di domenica a Bologna (ore 12.30) contro Di Vaio e compagni che proprio alle corna del Diavolo hanno appeso il maligno cartello del «zero tituli» di mourinhiana memoria.
Quanto agli inventori della famigerata «sindrome Cugini», contr'ordine compagni: la Sampdoria che aveva battuto convincentemente il Brescia meritando gli scroscianti applausi del Ferraris è ripiombata nell'anonimato a Vicenza, cosiccome era avvenuto a Crotone dopo il promettente successo casalingo ottenuto a spese della Nocerina. Un'estenuante altalena di alti e bassi che mette a dura prova i nervi dei tifosi. Con un'unica differenza, rispetto ad allora, sul piano dei numeri: 2 punti persi nei confronti di Juve Stabia e Reggina che stanno insidiosamente riemergendo, ma uno guadagnato sullo squassato Padova che ormai difende (?) la sesta piazza con un'unica lunghezza di vantaggio e uno sul frastornato Brescia ridistanziato di due. Di colpo, miseramente svanite tutte le cose belle viste contro il Brescia. È bastato il modesto e semidisperato Vicenza in preda a casini d'ogni genere per mettere alle corde Gastaldello e compagni, salvati dalle prodezze di Romero alternate a errori da ritiro patente degli avanti biancorossi. Sabato (ore 15) arriva a Marassi il Bari di Torrente e sarà dura. Il grande Romero dopo il mignolo mancino si è distorto il ginocchio sinistro ed è out. Su Da Costa fucili puntati. Gastaldello acciaccato al costato. Rispoli impresentabile. Berardi pure. Munari squalificato. Obiang nuovamente frenato. Foggia è un'ala, al centro fa flop, autonomia sotto l'ora: tornerà a fare staffetta con Don Juan? Pozzi è acciaccato e nervoso. Eder di più: l'avesse visto l'arbitro quando dopo avere scalciato a mo' di mulo ha spudoratamente simulato lo schiaffo dell'avversario, non avrebbe potuto segnare il suo primo gol in blucerchiato. Guai se pure Iachini, dopo Cavasin e Atzori, si mette a raccontarci un'altra partita.

Almeno diciamocela tutta.

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