Medicina

I traguardi della chirurgia pediatrica

Nel nuovo, moderno ospedale Meyer, polo ospedaliero-universitario recentemente inaugurato in Firenze, la chirurgia mininvasiva è particolarmente utilizzata.
Ne parliamo con il professore Antonio Messineo, direttore del Dipartimento di pediatria chirurgica, struttura in cui lavorano circa 80 persone, di cui 14 chirurghi pediatri e dove si eseguono annualmente oltre 3mila interventi di chirurgia pediatrica. Oltre alle patologie routinarie (ernie, idroceli, fimosi cicatriziali, cisti laterali e mediane del collo) trattate con chirurgia ambulatoriale (day surgery), esistono dei settori di eccellenza tra cui il trattamento di tutte le malformazioni congenite ed acquisite del bambino.
Nell'Ospedale Pediatrico Meyer è presente, inoltre, un importante Centro per il trattamento con procedura mininvasiva del «petto escavato», una malformazione congenita caratterizzata da una concavità dello sterno e della parete toracica anteriore Questa patologia si manifesta in un neonato su mille ed i disturbi manifestati dai pazienti sono sia soggettivi (respiro corto, dolori toracici, intolleranza all'esercizio fisico) che oggettivi (prolasso della mitrale, deficit ventilatori di tipo restrittivo, broncopneumopatie ostruttive recidivanti). La malformazione determina inoltre un grave disturbo estetico che si ripercuote sulla vita di relazione dei pazienti. Tali problemi psicologici si manifestano apertamente specialmente quando i soggetti che ne soffrono raggiungono l'età adolescenziale. Il professore Messineo, laureato all'università di Padova, compiuta la sua specializzazione e la formazione all'estero in vari Centri (tra i quali the Hospital for Sick Children di Toronto (dove ha lavorato per due anni), rientrato in Italia, ha diretto a Trieste la Divisione di chirurgia pediatrica dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Burlo Garofolo, dove nel Duemila ha operato, utilizzando la tecnica Nuss, i primi due casi di «petto escavato» in età pediatrica eseguiti in Italia.
«Questa metodica - ricorda il professor Messineo - è stata messa a punto alla fine degli anni Ottanta, nell'ospedale pediatrico di Norfolk, in Virginia (USA), da Donald Nuss, chirurgo che ha dato anche il nome alla barra metallica che viene inserita nel torace (barra di Nuss). I primi risultati sono stati riportati dallo stesso Nuss sulla letteratura anglosassone nel 1998. Attualmente le barre inserite in tutto il mondo sono parecchie migliaia».
La tecnica consente, spiega ancora il professor Messineo, attraverso due piccoli incisioni laterali del torace, sottoascellari, di introdurre sotto controllo visivo una barra metallica che viene fissata alle pareti laterali del torace, nel sottocute. In questo modo viene modificata subito la forma del torace che, alla fine dell'intervento, appare assolutamente normale. Il decorso postoperatorio è di circa 6-8 giorni. La barra viene rimossa dopo tre anni durante un ricovero di due giorni. I risultati sono molto buoni, ma l'intervento deve essere riservato alle malformazioni gravi; quelle modeste e medie vanno trattate con un programma conservativo di fisioterapia.
Il team del professor Messineo ha eseguito con questa tecnica oltre 50 interventi chirurgici per la correzione del petto escavato, su circa mille pazienti che sono stati visitati negli ultimi 8 anni. L'età ideale, consigliata per l'intervento chirurgico, è tra gli 11 ed i 14 anni, ma molti pazienti si rivolgono al chirurgo solo dopo i 18 anni. Questa metodica è stata utilizzata ed è impiegata con ottimi risultati, anche in soggetti sopra i 14 anni e negli adulti. Nel caso della tecnica di Nuss è opportuno intervenire prima della pubertà, così da sfruttare la malleabilità delle cartilagini costali tipica dei giovani. Gli studi eseguiti sui risultati estetici e funzionali, riportati su pazienti operati da 15 anni, sono molto incoraggianti.
Quando la malformazione è caratterizzata da un torace non rientrante, ma troppo sporgente si ha il petto carenato, noto anche con il termine inglese di “pigeon breast”, ossia torace a petto di piccione. Questa malformazione porta sovente ad alterazioni del ritmo cardiaco, fibrillazione atriale, asma e ricorrenti infezioni polmonari.

Il disturbo, anche in questo caso, è causato da una abnorme crescita delle cartilagini delle costole del malato, che spingono in avanti lo sterno, deformando il torace e dando vita alla innaturale posizione e alle complicanze.

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