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I vescovi Usa bocciano il compromesso di Obama su contraccettivi e aborto

Polemica dura sulla scelta della Casa Bianca di includere le spese per il controllo delle nascite nei piani di assistenza sanitaria. Obama rischia di perdere i voti cattolici. SEZIONE ELEZIONI USA 2012

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Divampa la polemica, negli Stati Uniti, per la volontà della Casa Bianca di imporre ai datori di lavoro di includere gli strumenti di controllo delle nascite nei piani di assistenza sanitaria riservati ai dipendenti. Dopo la durissima protesta della Chiesa cattolica lo staff di Obama è corso ai ripari, individuando un possibile compromesso: nel caso delle istituzioni religiose saranno le "compagnie di assicurazione" e non più, quindi, i datori di lavoro, a "offrire gratuitamente alle donne l'assistenza per i contraccettivi". Un modo intelligente, avrà pensato Obama, di salvare capra e cavoli: da un lato la libertà religiosa (e i valori della Chiesa in tema di procreazione e difesa della vita), dall'altro la volontà dell'Amministrazione di preservare il diritto di scelta - se avere o meno dei figli - anche ai cittadini meno abbienti.

I vescovi cattolici, però, non hanno gradito la proposta di compromesso. E' vista come una soluzione che "non si spinge abbastanza avanti". Il piano, contestano gli alti prelati, continua a includere "un mandato valido in tutto il Paese per la copertura assicurativa della sterilizzazione e della contraccezione, inclusa quella che spinge all'aborto". "Questo non solo non è sostenuto dalla legge, ma rimane anche una grave preoccupazione morale. Non possiamo evitare di ribadirlo, anche se molti continuano a concentrarsi sul tema della libertà di culto". La legge "continuerebbe a prevedere che tutti gli assicuratori devono includere la copertura per queste prestazioni contestate. A questo punto, i datori di lavoro che provvedono da soli alle loro assicurazioni e le compagnie assicurative religiose non sono esenti da questo mandato".

Il compromesso di Obama

Spinto dal vicepresidente Biden, e incalzato dalla pressione dei candidati repubblicani, che soffiano sul fuoco delle polemiche per cercare di allontanare la Casa Bianca dall'elettorato cattolico, Obama si è convinto della necessità di un compromesso, concretizzatosi in questo modo: saranno le "compagnie di assicurazione" e non più i datori di lavoro a "offrire gratuitamente alle donne l'assistenza per i contraccettivi". Come dicevamo, troppo poco per i vescovi. Nel difendere il suo piano, il cui "principio base è già legge in 28 Stati del Paese", Obama ha detto: "Abbiamo combattuto per questa cosa perché salva delle vite e consente dei risparmi. Quasi il 99% di tutte le donne - ha proseguito Obama - ha fatto ricorso alla contraccezione in un determinato momento della propria vita. Tuttavia, quasi la metà delle donne di età compresa tra i 18 e i 34 anni hanno avuto difficoltà nell'affrontare la spesa". Ci siamo resi conto che c'è un altro principio a rischio -ha spiegato il presidente- quello della libertà religiosa". Un principio che Obama ha ammesso di "avere a cuore". Se non altro per motivi elettorali.

Obama ha voluto ricordare la promessa fatta ai vertici della Chiesa cattolica degli Stati Uniti di lavorare con loro sulla questione, per trovare una soluzione al problema. Però ha voluto approfittare dell'occasione per togliersi un sassolino dalle scarpe, criticando "il cinico desiderio di alcuni" di trasformare il confronto in una "partita di football". La politica, però, è anche questo.

E Obama non può far finta di ignorarlo.

 

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