Sport

I vichinghi invadono il «Nazioni» di San Siro Roma è di Voilà Ici

Settimana davvero intensa, quella appena trascorsa, per il mondo del cavallo che ha vissuto un’esaltante quattro giorni a Verona con l’edizione numero 111 di Fieracavalli. La kermesse scaligera, in barba alla crisi e al maltempo di domenica, chiude con un record: oltre 153mila visitatori, il 3 per cento in più rispetto al 2008, 920 giornalisti e 11mila spettatori per i concorsi ippici, con un incremento del 40 per cento nei confronti dello scorso anno. Superstar della manifestazione Varenne, il più forte trottatore di tutti i tempi ora stallone di punta, che sabato ha fatto impazzire migliaia di appassionati letteralmente scatenati per ammirarlo e fotografarlo nel paddock in compagnia del ministro Luca Zaia.
Una domenica in chiaroscuro sulle nostre piste con il galoppo, questa volta, soverchiante nei confronti del «cugino» trotto. Nel «Roma» alle Capannelle, infatti, si è imposto Voilà Ici davanti a Turati per un’accoppiata made in Italy che fa onore al nostro allevamento di galoppo. Al trotter di San Siro, invece, la valanga nordica si è abbattuta sui nostri nel «Nazioni» che ha visto tre scandinavi ai primi tre posti. Si è imposto il 9 anni svedese Opal Viking che, dato per finito, ha ritrovato un lampo di classe bissando il successo dello scorso anno con una volata da un capo all’altro. Ci consola, ma solo in parte, il fatto che alle redini di Opal Viking c’era il romagnolo Roberto Andreghetti, al suo primo successo nella classica meneghina.
Impossibile chiudere queste note senza parlare della stratosferica Zenyatta, la più forte galoppatrice del pianeta che sabato notte a Santa Anita ha strapazzato i maschi nella Breeders’ Cup Classic che aveva appesi sul traguardo oltre due milioni di euro. La 5 anni allenata da John Shirreffs, dopo la solita tattica di estrema attesa, ha sciorinato il suo proverbiale finale a sensazione che le ha consentito di dominare il campo e di mettere in bacheca la vittoria numero 14 della sua invitta carriera. Ribot, pure lui imbattuto ma in 16 corse, era un’altra cosa, ma questa Zenyatta merita anch’essa di entrare nella leggenda.

E dalla porta principale.

Commenti