Roma

Immaginare l’opera d’arte armati soltanto di matita

Quando Federico Zuccari nel 1593 fondò l’Accademia di San Luca con l’intento di elevare il lavoro degli artisti al di sopra dell’artigianato, il disegno era alla base della preparazione dei pittori, degli scultori e degli architetti. Certo i tempi sono cambiati, ma il disegno nelle arti figurative svolge ancora un ruolo fondamentale. Ed è per questo che l’Accademia, nella sua sede di Palazzo Carpegna (in piazza dell’Accademia di San Luca), a due passi da Fontana di Trevi, rilancia e rinnova il tradizionale Premio Giovani con la mostra «Segnare/disegnare», che intende valorizzare e raccontare l’aspetto creativo e progettuale di un’opera d’arte. Disegno, sì, ma nel suo senso più vero di «opera aperta, momento primo e propositivo del farsi segno, con qualunque mezzo e tecnica, di un pensiero fondativo comune alle diverse discipline». In una prima mostra sono stati presentati i lavori di circa 30 giovani artisti, invitati direttamente dai prestigiosi soci dell’Accademia, mentre ora una seconda esposizione (aperta fino al 15 gennaio) è dedicata ai sei finalisti, ovvero Gianluigi Bellucci, Vincenzo D’Alba, Donata Lazzarini, Alberto Mariani, Giovanni Termini e Antonella Zazzera. Al momento della presentazione, i primi quattro sono stati proclamati vincitori e premiati con l’acquisto di una loro opera che entrerà a far parte delle Collezioni dell’Accademia.
Donata Lazzarini (Verona, 1968), la cui opera premiata è Terreni, ha già fatto mostre importanti di scultura. Nei suoi disegni traccia con segni minimali un percorso paesaggistico che dà l’idea del salire.
Vincenzo D’Alba è un architetto pugliese trentenne che salta dalla pittura all’architettura con segni vari e complessi. L’opera che viene acquisita dall’Accademia è Progetto per una città di m 720x720.
Gianluigi Bellucci (Anagni, 1977) da tempo si dedica alle tecniche dell’incisione, prediligendo il segno che si muove nello spazio, come nell’opera premiata «Scende lentamente il segno».
Alberto Mariani (Pesaro 1973), premiato per «Immagine mobile dell’eternità. Sensorium dei«, fa un lavoro molto concettuale con elementi minimi, usando un trattopen nero e pennarello oro su carta.


Orario: da lunedì a venerdì, 10-19; sabato 10-13; domenica chiuso. Ingresso gratuito

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