Roma

Imprenditore sequestrato dagli strozzini perché non pagava un debito

La Finanza ha arrestato tre usurai del Tufello che hanno tenuto segregato per cinque giorni un uomo che non riusciva a restituire i 15mila euro chiesti un anno fa per ristrutturare un suo negozio. I tre colti in flagrante mentre cercavano di rapire un trentenne.

Sequestrato per cinque giorni perché non aveva onorato il suo debito con uno strozzino. È accaduto ad un imprenditore romano che un anno fa, per ristrutturare il suo negozio, aveva chiesto aiuto agli usurai, finendo in una spirale senza uscita. E non è stato l'unica vittima dei tre strozzini del Tufello - un romano incensurato di 30 anni e due pregiudicati - arrestati dalla Finanza per concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione, violenza privata e lesioni personali.
I tre prestavano soldi con un tasso di interesse che arrivava fino all'80 per cento. E se le vittime non pagavano venivano sequestrate finché qulche familiare non estingueva il debito. L'imprenditore quarantenne aveva chiesto in prestito 15mila euro che avrebbe dovuto restituire in rate settimanali di mille euro l'una con un tasso del 10 per cento. Ma il poveretto non è riuscito a star dietro agli interessi, che lievitavano a dismisura con le progressive penali per i ritardi sui pagamenti. E allora gli usurai dagli avvertimenti sono passati alle maniere forti: sono andati al negozio dell'imprenditore, lo hanno caricato su una Bmw e lo hanno portato via, tenendolo segregato in un appartamento romano per cinque giorni. Ai parenti hanno fatto chiaramente capire che lo avrebbero rivisto solo se avessero pagato. Così il suocero dell'uomo si è deciso a versare un riscatto di 35mila euro. E l'imprenditore è stato liberato. Ma per lui l'incubo non era ancora finito, perché il giovane strozzino è tornato presto all'attacco. Si è presentato di nuovo al negozio chiedendo altri 10mila euro e portando via le chiavi dell'esercizio commerciale, deciso ad appropriarsene. Ma a questo punto l'imprendiore si è fatto coraggio e si è deciso a denunciare tutto. In mano gli investigatori c'è il testo di un'intercettazione telefonica dove lo strozzino urlava alla vittima: «Sto arrivando lì, vengo e ti ammazzo». Le manette ai polsi dei tre balordi sono scattate in flagranza, mentre sequestravano un altro ragazzo di 30 anni a cui avevano venduto droga rimandando il pagamento di 15mila euro.

Per pagare il riscatto, la mamma della vittima si era rivolta ad una finanziaria.

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