Cronache

Imprenditrici si diventa: ecco la ragazza di Lavagna che ha riscritto il suo futuro

Una passione che diventa realtà per vincere la crisi e creare lavoro. Sfatando disfattismo e perplessità Maria Chiara Maggi giovane imprenditrice ligure crea, investe e cresce. Lo fa partendo dal marchio Magil, che negli anni ’60 si afferma sul panorama italiano grazie a capi di alta qualità della moda dei bambini, e che oggi sopravvive grazie alla sua tenacia e a un team di giovani talenti pronti a rischiare con lei. Giovani talenti, perché l'età non raggiunge quota trenta. Lei sta per compiere ventotto anni e le sue collaboratrici non arrivano a 27 anni. «Siamo una piccola azienda radicata sul territorio di Lavagna, che produce prevalentemente in laboratori genovesi - spiega la giovane stilista -. Il progetto è chiaro: ripartire da quei valori intramontabili che fecero grande il marchio, parlo dell'italianità, della qualità e della sartorialità, uniti al buon gusto di proporre uno stile per bambini non troppo contaminato dal mondo dei grandi». E nel frattempo conquista anche le pagine di Vogue Bambini che dedica alla sua storia e ai suoi prodotti un piccolo articolo di presentazione. «Una grandissima soddisfazione - confessa Maggi -. Non ci credevo. Ma non è l'unica. Sono partita due anni fa puntando al made in Italy e guardando con interesse ai mercati internazionali. E sono riuscita a posizionare anche qualche bandierina fuori dall'Italia». Questo vuol dire che parte della collezione di Maria Chiara Maggi, grazie al Pitti Bimbi, è esposta in alcuni negozi di New York, Mosca, Emirati Arabi, Giappone e in Europa, oltre che a Genova e in Liguria. Ma la più grande conquista, almeno per ora, l'ha ottenuta quando è stata contattata da Francesca Gatto, anche lei giovane imprenditrice che ha scelto tutta la linea per la «Gatta in Albaro», il nuovo negozio in via Albaro 25 rosso. «Abbiamo inaugurato il dieci marzo - raccontano Maggi e Gatto. Una bella avventura la nostra, nata da una forte collaborazione e dal rispetto del lavoro di entrambe. Insieme per vincere la crisi, creare nuove opportunità di lavoro senza mugugnare. Perché, dalla crisi si può uscire con l'impegno e con nuovi investimenti, anche piccoli. Abbiamo entrambe lasciato lavori sicuri puntando sulle nostre capacità e sulla grande voglia di realizzare i nostri sogni». Il coraggio «di fare» dunque, che non è mancato alla giovane imprenditrice di Lavagna che dopo aver conseguito con lode il diploma all'Istituto Europeo di Design di Milano ha scelto di abbandonare la via sicura della capitale della moda, è tornata a casa e ha investito tutti i suoi risparmi nell'avventura «Magil». Una scelta controcorrente la sua, che tra un turbinio di fili, di nastrini, bottoni, tra una fiera di tessuti e l'invio di centinaia di curriculum, tra notti in bianco a disegnare abiti e a proporre collezioni, preferisce alla sicurezza di un lavoro in una grande azienda di Milano, l'incertezza di rilevare il marchio «Magil».
«Sono entrata in azienda come consulente - ricorda -. Ho imparato tantissimo in quel periodo, grazie alla professionalità del precedente proprietario. E quando mi è arrivata la proposta di acquisire il marchio assumendomi il rischio e l'onore di rilanciarlo, non ci ho pensato molto. Con timore ho accettato e ne sono orgogliosa. Certo, la responsabilità è ancora tutta mia: scelgo i tessuti e gli accessori in fiera, disegno le collezioni, cerco i laboratori soprattutto a Genova e nell'entroterra di Chiavari, creo prototipi, mostro i prodotti e cerco di venderli in Italia e all'estero». Comunque vada, la piccola azienda, dal 2007 è già cresciuta, ad affiancarla ci sono la creativa Silvia di 26 anni, Maria Silvia addetta alle pubbliche relazioni che di anni ne ha 26 così come Nunzia che si occupa di contabilità e servizi generali. «Tutte con regolare contratto - precisa orgogliosa Maggi -. Insieme per crescere. Non puntiamo alla pubblicità che significherebbe rinunciare a risorse da investire in qualità, ma a valorizzare la filiera umana: laboratori, fornitori, venditori e negozianti. Una bella scommessa quella di Maria Chiara - aggiunge ancora la proprietaria de “La Gatta in Albaro” - che guarda con interesse all'innovazione e a nuove proposte. Ad esempio i bambini che entrano in negozio, possono, se vogliono, essere fotografati per poi rivedersi nello schermo che abbiamo posizionato al centro del negozio. Potranno inoltre partecipare al casting per la presentazione della nuova collezione autunno-inverno che faremo qui in Albaro a settembre. Bisogna provare, impegnarsi e rischiare.

E, forse, soltanto così si esce da questo momento di grande crisi economica».

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