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Inchiesta G8, il gip rivela il sistema della cricca Percentuali fisse e favori: i costi della corruzione

L’appalto per la scuola marescialli dei carabinieri nella lunga ordinanza del gip di Firenze che svela le attività di Balducci e De Santis: ecco come pilotavano gli appalti e le percentuali fisse delle tangenti

Inchiesta G8, il gip rivela il sistema della cricca 
Percentuali fisse e favori: i costi della corruzione

Firenze - Concorso in corruzione continuata e aggravata: è l’accusa che ha portato alle nuove quattro misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta sui grandi eventi, con riferimento in particolare all’appalto per la scuola marescialli dei carabinieri a Firenze. Nella nuova ordinanza del gip di Firenze si descrivono le attività di Angelo Balducci e Fabio De Santis per pilotare alcuni appalti e le "utilità" - promesse di tangenti e favori - che, in cambio, avrebbero ricevuto da alcuni imprenditori. Respinta invece la richiesta di misura cautelare in carcere per l’imprenditore Riccardo Fusi, ex presidente della Btp. Le ordinanze sono state notificate per un "attuale e concreto" pericolo di reiterazione del reato e un "concreto pericolo di fuga".

L'ordinanza del gip di Firenze Lunga complessivamente 347 pagine, l'ordinanza rivela che i "pubblici ufficiali" Angelo Balducci e Fabio De Santis "si impegnavano" ad affidare a "impresa riferibile" a Riccardo Fusi, ex presidente della Btp, al suo vice alla Btp Roberto Bartolomei e all’imprenditore Francesco De Vito Piscicelli, appalti nell’ambito dei 150 anni dell’Unità d’Italia e del G8 alla Maddalena, e "a far ottenere alla Btp l’appalto" per la scuola marescialli dei carabinieri (gara vinta dalla Btp poi però estromessa). In cambio, quale "retribuzione" Balducci e De Santis "accettavano, previa intermediazione di De Vito Piscicelli" che li metteva in contatto con Fusi e Bartolomei, "la promessa di quest’ultimi della corresponsione di una somma di denaro (contrattata da De Vito Piscicelli con Fusi)". A De Santis, con riferimento alla scuola marescialli, si contesta inoltre, "l’utilità" consistita nella sua nomina a provveditore per le opere pubbliche della Toscana, "essendosi Fusi e Balducci adoperati per far conseguire a De Santis" la nomina "a tal fine avvalendosi dell’onorevole Verdini" che, su loro sollecitazione, "agendo nell’ambito del suo ruolo politico-istituzionale, si attivava presso gli organi competenti per la nomina".

Le attività di Balducci e De Santis Balducci e De Santis, sempre per la loro attività in merito al cantiere-scuola, "ricevevano l’utilità economica costituita dal conferimento, da parte della Btp, di un incarico di consulenza legale" all’avvocato romano Guido Cerruti, che "concordava con Fusi la corresponsione di una somma di denaro pari al 2% sull’importo incassato qualora fosse stato riconosciuto un risarcimento economico in favore della Btp ovvero di una somma di denaro pari all’0,8% dell’importo dell’appalto (valore circa 250 milioni di euro)" se i lavori "fossero stati riaffidati" all’impresa. Cerruti accettava l’incarico "conferitogli da Fusi su indicazione di Balducci e De Santis" i quali, anziché tutelare gli interessi della "pubblica amministrazione nella controversia" tra Btp e ministero delle Infrastrutture per la scuola, "concordavano con Fusi e lo stesso Cerruti, le strategie da adottare con la controparte, a tal fine adoperandosi per assumere ruoli di pubblica amministrazione attiva, che consentivano a Balducci e De Santis, con l’aiuto di Cerruti, di assumere iniziative volte a far ottenere alla Btp l’affidamento dell’appalto". Ancora per De Santis si parla di un orologio di marca, valore alcune migliaia di euro, ricevuto da Fusi e Piscicelli.

Respinta la richiesta d'arresto per Fusi Il gip di Firenze ha respinto la richiesta di misura cautelare in carcere per l’imprenditore Riccardo Fusi, ex presidente della Btp. Ma il procuratore Giuseppe Quattrocchi ha già firmato l’impugnazione del provvedimento con cui il gip di Firenze, Rosario Lupo, ha respinto la richiesta di misura cautelare in carcere per l’imprenditore Riccardo Fusi, ex presidente della Btp, in relazione alla vicenda della scuola marescialli dei carabinieri. Sull’impugnazione deciderà il tribunale del riesame di Firenze.

I contatti tra Fusi e Cerruti Una parcella in bianco, come "attestato di stima". In realtà, secondo il gip, un tassello per assicurarsi una tangente. E' quanto Cerruti propose a Fusi, allora patron della Btp. Un incarico finalizzato, secondo i magistrati, a mettere le mani sui lavori della scuola marescialli dei carabinieri. Il gip indica quest’aspetto come una "anomalia" ritenendo che "la 'mossa Cerruti' non sia altro che il modo per crearsi la provvista per il pagamento della tangente". Dopo una serie di contatti telefonici, il primo il 2 marzo 2009, Cerruti, su mandato di Angelo Balducci e Fabio De Santis, i due funzionari pubblici in carcere, vede Fusi la prima volta il 26 marzo. Seguono una serie di contatti, fino al conferimento di un incarico da parte di Fusi a Cerruti. Ma quest’ultimo non indica al cliente l’entità del compenso e Fusi gliene chiede conto in una telefonata il 16 aprile 2009: "Telefonavo per il discorso del suo incarico (...) però dicevo, bisognerà vedersi un attimo io e lei come (...) perché qui è in bianco. Come faccio a firmarlo?". Cerruti risponde: "Ho capito, ma guardi è un attestato di stima e fiducia che io penso che di più (...) forse a lei non gli è mai successo". E più oltre aggiunge: "Lei metta quello che ritiene opportuno (...) la firma e me la manda (...

) sperando sempre come ho detto a Fabio che questo sia l’inizio di una lunga e proficua collaborazione".

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