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Incredibile Valentino mago della pioggia «Ma ho avuto paura»

Rossi vince a Donington. «Non cadere con quell’acqua è come fare un terno al lotto»

(...) rischiato più volte di finire a terra. Queste moto hanno una potenza esagerata e conta molto come le guidi: se le usi come un violino vanno benissimo...».
Ecco perché, appena tagliato il traguardo, si è alzato sulle pedane e si è messo a mimare il gesto di chi suona il violino: a Donington Valentino ha raggiunto la sublimazione, come quando un solista esegue perfettamente un pezzo difficilissimo.
«Erano condizioni limite – continua la sua analisi –, ho fatto un po’ di giri dietro a Barros e quando ho capito la situazione, sono andato al comando e con tre giri straordinari sono riuscito ad accumulare un buon vantaggio».
Fatto da lui, sembra la cosa più facile del mondo, ma Valentino ha compiuto un’impresa straordinaria. Basta vedere l’elenco delle cadute per capire che si è corso in condizioni proibitive: Biaggi (due volte, la prima nel giro iniziale), Gibernau, Melandri, tanto per citare i nomi più noti, per un totale di dieci piloti finiti a terra. E lo stesso Vale ha corso grandi rischi. Scattato non benissimo dalla pole, il sei volte campione del mondo ci ha messo tre giri per raggiungere i fuggitivi, ma al quinto passaggio, nello stesso punto dove poco prima era volato via Gibernau, ha rischiato di finire a sua volta gambe all’aria. E nel corso del dodicesimo giro, Rossi è finito pericolosamente lungo, ritrovandosi a 4”6 dal trio di testa. Le possibilità di vittoria sembravano compromesse, ma, in sole due tornate, il pilota della Yamaha ha recuperato 2”, per poi portarsi al comando a otto passaggi dal termine e mettere la parola fine alla gara.
«Questa pista per me è magica – dice soddisfatto –, riesco sempre a fare la differenza: è dal ’99 che vinco, sempre al termine di gare bellissime. In questa occasione, stare davanti era difficile e pagavi caro ogni errore. Quando ho fatto il dritto nel tentativo di passare Roberts ho capito che ce la potevo fare, perché avevo il passo migliore. Ho studiato la situazione e quando ho visto la possibilità sono andato al comando».
A quel punto, Rossi ha tirato fuori dal cilindro tre giri straordinari, rifilando a Barros e Roberts 2” a passaggio.
«Se potessi fare così sempre – quasi si giustifica – li farei all’inizio della gara, così sarei più tranquillo. Una volta al comando, credevo che mancasse meno, invece non era ancora finita».
Lo è praticamente il campionato, perché con Roberts e Barros a completare il podio e i suoi principali rivali – se così si possono ancora definire – a terra, adesso Vale ha 104 punti di margine: potrebbe saltare le prossime quattro gare e sarebbe ancora in testa.
«Può succedere di tutto, ma è evidente che abbiamo tanto vantaggio. Da qui al termine del campionato, mi piacerebbe ripetere i risultati fatti finora. Vorrei sempre salire sul podio, per fare più punti di sempre. Il mio primato è di undici vittorie in un anno, posso provare a batterlo».
Magico Valentino Rossi. La stagione annunciata come la più equilibrata di sempre, si sta trasformando in un dominio totale e, a otto gare dal termine, ci si chiede quando Rossi riuscirà a conquistare matematicamente il settimo titolo iridato.

Un mondiale da assegnare solo per i numeri, perché la logica e i fatti dicono che è finito da un pezzo.

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