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Influenza A, tutto quello che c'è da sapere

Come si contrae il virus, come si contrasta, quali farmaci usare: un vademecum per prepararsi all'arrivo della malattia

Influenza A, tutto quello che c'è da sapere

Alta infettività, molto contagiosa, ma bassa mortalità. Sono questi i caratteri distintivi dell’influenza A/H1N1 che, come la più classica delle influenze, può presentarsi in forma leggera - la maggioranza dei casi registrati finora - oppure grave. Ha sintomi lievi e decorsi rapidi, in genere una settimana. Ma, in presenza di patologie croniche preesistenti, può portare a un peggioramento, come la polmonite e l'insufficienza respiratoria.

Come nell'influenza che ogni inverno torna a trovarci, i sintomi si curano con antifebbrili e antinfiammatori. Importante è stare a letto e aspettare che passi. Solo in caso di complicanze e in presenza di altre patologie è necessario rivolgersi al medico curante e, su suo consiglio, prendere gli antibiotici. Gli antivirali, invece, hanno solo una funzione di supporto: infatti non guariscono, ma riducono la durata della malattia di circa un giorno e mezzo.

I primi casi della nuova influenza si registrano in Messico all'inizio della primavera scorsa, tra quelle persone che hanno contatti ravvicinati (solo qualche metro) con i maiali. Il nuovo virus è infatti di origine suina: quando nel maiale sono presenti virus influenzali di diverse specie (umani, aviari, suini), si possono verificare fenomeni di mixaggio da cui ne nasce uno nuovo, come l'A/H1N1, soggetto come tutti i virus a rapide mutazioni. E in questo caso lo hanno portato ben presto ad adattarsi all'uomo e divenire trasmissibile da persona a persona.

Il nuovo virus ha colpito soprattutto i giovani adulti, cioè le persone più indifese dal punto di vista immunitario. In base ai dati raccolti finora dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 60% delle vittime aveva problemi di salute ancora prima di prendere l'influenza, mentre il 40% sono giovani in salute colpiti in forma grave, cioè da polmonite virale.

I primi focolai in Messico risalgono ai primi di aprile, ma le autorità sanitarie, prese in contropiede dal nuovo virus, hanno sottovalutato il rischio e dato l'allarme con ritardo. Tant'è che prima dell'inizio dell'estate A/H1N1 ha fatto il giro del mondo e costretto l'Oms a dichiarare l'11 giugno scorso lo stato di pandemia, portando il livello di allerta a sei su una scala di sei. Se l'Oms, da un lato, precisa che si tratta di pandemia, dall'altro spiega che non è grave, perché la stragrande maggioranza delle persone che l'ha contratta è guarita senza dover prendere medicine, né tanto meno andare in ospedale.

Ma, come sottolineato dal ministero, le maggiori preoccupazioni oggi riguardano l'impatto sociale di questa influenza: cosa potrebbe succedere se un terzo degli italiani fosse a letto contemporaneamente?

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