Cronaca locale

Inquinamento, stop auto: la rivolta di 132 sindaci

Nell’hinterland milanese 132 Comuni su 134 non aderiranno al blocco del traffico di domenica prossima. Aderiscono solo Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni. La Moratti resta sola: ora ci ripensi / M. de' Manzoni

Inquinamento, stop auto: la rivolta di 132 sindaci

Milano - La stragrande maggioranza dei Comuni dell’hinterland milanese non aderirà al blocco del traffico di domenica 28 febbraio di tutta la Val Padana, proclamato in sede Anci dai sindaci di Milano e Torino, Letizia Moratti e Sergio Chiamparino: dei 134 Municipi della provincia di Milano, infatti, solo due sono al momento disposti a fermare le auto, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, entrambi governati da giunte di centrosinistra.

L'hiterland in rivolta I sindaci dell’hinterland milanese riuniti a Palazzo Isimbardi dal presidente della Provincia, Guido Podestà, hanno detto no al blocco del traffico deciso venerdì scorso dalla riunione dei primi cittadini della Pianura Padana organizzata da Letizia Moratti e Sergio Chiamparino. Uniche eccezioni Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo. Sergio Oldrini, sindaco di Sesto, e Daniela Gasparini, primo cittadino di Cinisello sono stati, infatti, gli unici ad aver mantenuto ferma la disponibilità al blocco che era stata manifestata in occasione del precedente incontro a Palazzo Marino. A guidare i sindaci verso il no al provvedimento che la prossima domenica 28 febbraio fermerà le auto private in molte città del nord, è stata la constatazione comune dell’inutilità del blocco e della difficoltà di offrire ai cittadini un’alternativa al mezzo privato mancando in molti di questi comuni un servizio pubblico.

La mediazione di De Nicola L'assessore provinciale Giovanni De Nicola ha tenuto un tavolo di coordinamento, durante il quale non ha nascosto la sua personale perplessità all’idea del blocco del traffico. "Noi non siamo stati coinvolti in questa scelta - ha spiegato l’assessore - il blocco sicuramente non crea danni all’ambiente ma resta la mia totale perplessità sulla sua reale efficacia". Una posizione, questa, condivisa da tutti i sindaci milanesi del Pdl, come Adriano Alessandrini, primo cittadino di Segrate che propone di "fermare il traffico per poche ore", e Lorenzo Vitali, sindaco di Legnano che invece aderì al blocco del 31 gennaio. Fuori dal coro dei no la voce del sindaco di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini: "Non sono un talebano del blocco, ma crediamo che su questi temi occorra prendere decisioni comuni e io aderisco all’appello dell’Anci".

Pavia, niente blocco Il Comune di Pavia ha scelto di non aderire al blocco. "Il blocco del traffico che abbiamo organizzato domenica scorsa in centro storico è stata un’iniziativa di successo - spiega il sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo -. Limitando il traffico abbiamo di fatto raddoppiato l’area pedonale e offerto alla cittadinanza numerose iniziative. Tuttavia non ci è sembrato opportuno ripetere il blocco dopo soltanto una settimana. Pensiamo infatti di organizzarlo in un’altra giornata dedicata alla vivibilità della città a inizio primavera".

In Friuli Udine aderisce al blocco Mentre l'hinterland milanese dice no, sillarga nelle regioni del Nord l'adesione ablocco. Anche Udine aderisce all'iniziativa e il sindaco Furio Honsell incontrerà domani 41 Sindaci dell’area del Friuli Centro-Orientale con l’obiettivo di coinvolgerli nel blocco del traffico contro lo smog. "Il Comune di Udine - ha detto il sindaco - aderisce a questa importante azione simbolica di sensibilizzazione, ma è importante che aderiscano anche altri Comuni della regione Friuli Venezia Giulia". I Comuni coinvolti da Honsell rientrano nella zona individuata dal Piano regionale "migliore qualità dell’aria".

"È ormai chiaro - ha proseguito Honsell - che le misure di blocco totale o parziale del traffico adottate in un singolo comune non hanno efficacia se poi lo smog viene 'scaricato' sui Comuni limitrofi", ha concluso.

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