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Instabile con probabili schiarite il meteo del mercato orologiero

È il segmento medio-alto a trainare i fatturati Ma nei Paesi dell'Unione Europea stenta la ripresa

Fabrizio Rinversi

L'attuale situazione del mercato orologiero, secondo i dati relativi alle esportazioni della Federazione delle Industrie Orologiere Svizzere, è decisamente incoraggiante. Globalmente, infatti, nel primo trimestre 2018, il controvalore ha sfiorato i 5 miliardi di franchi svizzeri (+10,1% rispetto al 2017), ed anche i volumi, finalmente, fanno registrare una variazione positiva, anche se lievissima (+0,2%).

Ottima la «performance» del Far East (+19,2%), buone quella del Middle East (+14,6%) e del Nord America (+8,7%), purtroppo, insoddisfacente il comportamento dei Paesi dell'Unione Europea (-4,8%). Ed ecco palesarsi il punto di vista meno esaltante. In un contesto, infatti, in cui solo la Francia «tiene il passo» con un +11,5%, Inghilterra, Spagna e Italia, accusano ritardi non indifferenti, con il nostro Paese a «contenere» la flessione al -8,1%. Nel Belpaese, anche i dati provenienti dalla ricerca di mercato effettuata da GfK per conto di Assorologi, relativa al 2017, evidenziano una contrazione del fatturato del 2,2% (per una cifra d'affari di 1,46 miliardi di euro), con un prezzo medio sceso a 220 euro, dopo cinque anni di ascesa costante. Ad incidere su di un tessuto distributivo al dettaglio molto segmentato, probabilmente, è l'ascesa delle e-commerce, che ha incrementato, a valore, la sua quota di mercato del 23,5% e una carenza di liquidità determinatasi in anni di sell-out decrescente.

Il Presidente di Assorologi, Mario Peserico sottolinea: «In un mercato in cui i volumi decrescono, il prezzo medio in ascesa costituiva un buon bilanciamento. La flessione, dunque, stanti i principali macroindicatori economici indirizzati su di un trend di ripresa, potrebbe essere dovuta anche al momento d'incertezza politica e ad una contingenza che ha determinato un minor flusso di turisti, soprattutto dal Far East». In effetti, è il segmento di prezzo medio-alto a trainare i fatturati, con le fasce media e bassa in sofferenza, molto importanti, tornando in Italia, nell'area geografica del centro-sud. E, allora, si palesa la straordinaria importanza del recupero dell'internal customer, data una penetrazione acquirenti del prodotto orologio del 9,3% nel 2017 (poco più di 5,5 milioni di buyers) e l'intenzione d'acquisto che scende, per il 2018, a 4,4 milioni di consumatori.

Aggiunge Peserico: «Bisogna incrementare questo numero rafforzando l'immagine del prodotto orologio, attraverso la massima collaborazione tra aziende e punti vendita, cercando d'intercettare le tendenze ed accettando contaminazioni virtuose».

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