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Intascavano fondi della tribù, sotto inchiesta mezzo Consiglio Nazionale Navajo

Come nelle peggiori tradizioni, 78 componenti dell'amministrazione indiana sono accusati di aver distratto dal 2005 al 2006 36 milioni di dollari. Destinati a sostenere gli anziani, a pagare il college agli studenti poveri o finanziare istituzioni ed enti, i soldi venivano invece distribuiti tra parenti e amici dei «parlamentari» indiani

Chissà cosa direbbe Tex Willer, capo Navajo con l'appellativo di «Aquila della notte», se sapesse che ben 78 componenti Consiglio Nazionale del suo popolo sono stati messi sotto accusa, per aver distolto fondi destinati alla tribù. Gli indagati tra il 2005 e il 2010 si sarebbero appropriati con vari trucchi di 36 milioni di dollari piuttosto che distribuirli come sovvenzioni e aiuti alle fasce più povere della popolazione indiana.
I Navajo infatti sono attualmente il più popoloso e unito gruppo etnico tra i nativi americani. Nella loro riserva, più grande di almeno una decina degli Stati che compongono la confederazione americana, vivono infatti oltre 250mila discendenti di questa valorosa tribù pellerossa. Il loro nome deriva dal termine Navahuu, «Campo coltivato in un piccolo corso d'acqua». Anche se in realtà sono abituati a chiamarsi Diné o Dineh, che significa «Il popolo».
Di stirpe Apache, nel XVI secolo scesero dalle regioni più fredde dell'America settentrionale per andare a occupare un territorio compreso Colorado, Nuovo Messico e Arizona. Da popolo seminomade si trasformarono in agricoltori e allevatori. Anche se il bestiame, più che crescerlo, preferivano rubarlo. Ragion per cui i rapporti con le vicine popolazione Peublo, altri nativi americani, e con «l'uomo bianco» che si stava insediando nel nord America non furono mai molto buoni. Dal punto di vista «militare» non era propriamente una civiltà di guerrieri, preferendo nei combattimenti la tattica della guerriglia: rapidi attacchi e ancor più rapide fughe.
Con l'approssimarsi dell Guerra di Secessione, gli Stati del Nord decisero di porre fine alle scorrerie, aprendo trattative con le popolazioni indiane dell'Arizona e del Nuovo Messico. Gli esiti non devono essere stati dei migliori visto che nel 1863 scoppiarono aperte ostilità, una vera e propria guerra durata fino all'anno successivo e terminata, ovviamente, con la sconfitta dei Navajo che lasciarono un migliaio di morti sul terreno. Molti altri morirono durante una marcia di 300 chilometri a tappe forzate per deportare 8mila persone a Bosque Redondo un terreno malarico ed esposto alle scorribande degli indiani Mescalero, dove rimasero per oltre quattro anni. Nel 1868n rientrarono grosso modo nei loro vecchi territori, sviluppando un economia basata sull'agricoltura, l'allevamento e l'artigianato. In questo secolo e mezzo hanno mantenuto identità culturale e lingua, crescendo e prosperando fino a raggiungere la ragguardevole cifra di 250 mila individui circa.
Durante la Secondo guerra mondiale molti Navajo vennero usati come «codici umani» sul fronte del Pacifico in quanto il loro idioma era complicatissimo e del tutto sconosciuto al di fuori della riserva. E infatti i giapponesi non riuscirono mai a venire a capo di quelle incomprensibili comunicazioni. Nel 1948 il fumettista Giovanni Luigi Bonelli, si innamorò di questo popolo e delle sue tradizioni facendolo entrare di prepotenza nelle vicende del suo personaggio più famoso Tex Willer. In una delle primissime avventure infatti Tex entra in contatto con la tribù, sposa Lilyth, figlia del grande capo Freccia Rossa di cui prenderà poi il posto alla sua morte, con il nome di «Aquila della Notte».
Negli ultimi anni la loro situazione è poi ulteriormente migliorata. La «cattiva coscienza» degli americani ha portato a sottoscrivere con i discendenti della veri tribù indiane nuovi trattati che prevedono sostanziosi contributi statali. In particolare ogni anno milioni di dollari affluiscono al Consiglio nazionale Navajo che gestisce questi fondi in piena autonomia per sostenere i membri più anziani della comunità, pagare il college ai giovani, sostenere qualsiasi associazione che possa avere esigenze economiche. La piena autonomia avrebbe però portato molti componenti del Consiglio, almeno 78 secondo un accusatore speciale nominato per far luce sulle presunte appropriazioni indebite, a distribuire i fondi all'interno di una stretta cerchia di amici e parenti. Spartendosi in questo mondo almeno 36 milioni di dollari negli ultimi cinque anni.

Una cosa che avrebbe fatto montare su tutte le furie Tex Willer e esclamare al suo vecchio pard Kit Carson «Grande Matusalemme ballerino».

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