Intergea sceglie Big Blue per blindare i suoi pc e server

Il gruppo Intergea, azienda italiana del settore automotive, si è rivolta a Ibm per proteggere il sistema It dalle minacce interne ed esterne. L’azienda lavora a stretto contatto con le case automobilistiche europee, offrendo servizi di vendita e supporto dei veicoli dalle sue sedi diffuse su tutto il territorio nazionale. In totale, l’azienda gestisce 17 catene di concessionari (inclusi 36 show-room), oltre a 225 officine che lavorano su varie marche, tra cui Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Nissan. «Avendo a che fare con case madri abbiamo sempre richieste di verificare standard minimi di sicurezza che vanno dalla routine (firewall, antivirus, etc) a controlli più evoluti - spiega Luca Pisanu, It manager del gruppo -; espandendoci avevamo dei problemi con il sistema It e con la sua gestione perché non era integrato: le componenti di sicurezza esistenti erano di vendor diversi. Con il business partner di Ibm, Pragma progetti, abbiamo abbiamo trovato una soluzione che facilitasse la gestione dei server e degli end point (pc e apparecchi portatili)». Il Gruppo Intergea ha collaborato con Ibm Internet Security Systems per implementare un sistema di sicurezza automatizzato che verifica la sicurezza dei dati aziendali, identificando eventuali minacce e bloccandole prima che possano avere effetto sui processi di business. Inoltre, poiché il sistema di sicurezza Ibm si basa su analisi del comportamento durante i controlli sull’accesso, la soluzione può identificare virus e malware, basati su vari comportamenti, proteggendo l’infrastruttura It non solo da specifiche minacce ma anche da loro varianti non ancora conosciute.
La soluzione si basa sulla tecnologia Ibm Proventia Desktop Endpoint Security per proteggere i pc del cliente, mentre un dispositivo Ibm Proventia Intrusion Prevention System GX3002 e la tecnologia Ibm Internet Scanner monitorano la rete nel suo complesso. «Abbiamo notato che è migliorato il livello di protezione dall’interno e dall’esterno. È proprio dall’interno che viene spesso il rischio maggiore: bastano macchine non aggiornate o portatili introdotti da terzi. Tra i vantaggi la velocità di intervento sulla vulnerabilità da parte di Ibm, la possibilità, grazie alla tecnologia Virtual Patch, di bloccare le minacce relative anche a vulnerabilità appena scoperte o per le quali ancora non esiste una patch ufficiale e di aggiornare successivamente la macchina, senza fermare il lavoro.

Questo si traduce in semplificazione del lavoro, riduzione del 30% del tempo da dedicare al sistema di sicurezza e aumento della produttività».

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