Rubrica Cucù

Il cinema scopre i caduti della parte "sbagliata"

Sangue sparso racconta la strage di Acca Larenzia del 1978 dove furono uccisi vicino a una sezione missina di Roma tre ragazzi colpevoli solo di essere di destra

Il 12 giugno la pecora nera debutta al cinema. Si chiama Sangue sparso e racconta la strage di Acca Larenzia del 1978 dove furono uccisi vicino a una sezione missina di Roma tre ragazzi colpevoli solo di essere di destra. Non conosco la regista e sceneggiatrice, Emma Moriconi, che era ancora bambina al tempo dell'eccidio, e non so come sarà il film. Ma colpisce che per la prima volta un film racconti i caduti dalla parte sbagliata, in quegli assurdi e insensati anni di piombo che non portarono al potere né rossi né neri. Morti che non servirono nemmeno all'assurda causa della storia, come furono invece quelli del biennio rosso o della guerra civile. Non voglio ripetere la solita lamentazione sulle vittime negate e tantomeno opporre stragi a stragi. Vorrei invece sottolineare la novità sul piano del cinema. Dieci anni fa provammo in Rai a proporre una fiction su Ramelli, ma non fu accolta...

Nessun Giordana, Salvatores o chi volete voi, racconterà mai al cinema o in tv la storia di quei ragazzi. Se lo facesse sarebbe o una storia capovolta con le vittime che si trovano nel ruolo di colpevoli o sarebbe una carriera finita, perché passerebbero dalla parte degli appestati. Eppure che gran film potrebbero nascere dal racconto mitico di Zarathustra o di Junger, dal racconto epico di D'Annunzio o di Balbo o anche dal racconto di cronaca dei «cuori neri». Un continente ancora vergine per il cinema, e in più l'alone romantico dei vinti.

Ma i vinti non trovano posto manco al cinema.

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