Rubrica Cucù

Un Mare (nostrum) di vergogna

Se l'Ue non fosse solo una diceria ma una realtà e se davvero tutelasse i suoi cittadini anziché vessarli e poi fare la maestrina coi governi, dichiarerebbe chiusa Mare nostrum

Un Mare (nostrum) di vergogna

Se l'Europa non fosse solo una diceria ma una realtà e se davvero tutelasse i suoi cittadini anziché vessarli e poi fare la maestrina coi governi, dichiarerebbe chiusa l'operazione «Mare nostrum». Allestirebbe in pieno Mediterraneo una piattaforma europea, non italiana, manderebbe in pattuglia le sue navi per arrestare gli scafisti e salvare i migranti, portarli sulla piattaforma, nutrirli e se è il caso curarli, identificarli e lasciare loro la possibilità di chiedere un visto d'ingresso, per poi riaccompagnarli a casa loro, previo sostegno ai governi in loco. Un'operazione difficile ma meno tragica dell'accoglienza a fiumane; un'operazione costosa ma meno costosa in prospettiva degli attuali centri di accoglienza. Noi che abbiamo perso la visione generale dei problemi, ci lasciamo colpire dai singoli casi disperati e non ci rendiamo conto che siamo davanti a un esodo biblico e la catastrofe va arginata, non accolta. L'alluvione non va presa a gocce. Nessuno pensa di fermare del tutto e per sempre i flussi, le miliardate d'uomini sulla Terra alla fine sommergeranno tutto e tutti. Ma intanto si deve pur cercare di frenare il caos e garantire chi vive in questa Terra; appena è possibile si possono pure programmare ingressi regolati d'immigrati. Ma il messaggio che deve arrivare all'altra sponda è che così non si arriva, noi respingiamo. Vi aiutiamo in loco, semmai; anziché mandare soldati in Irak e in Afghanistan, mandiamo aiuti in Africa, per il bene loro e nostro.

Gli Stati non rubino al Papa il mestiere della carità.

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