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In Italia effetto porte aperte: sbarchi cresciuti dell'823%

La missione Mare Nostrum e l'abolizione del reato di clandestinità coincidono con un boom senza precedenti di viaggi della speranza. L'Ue: "Niente fondi in più"

In Italia effetto porte aperte: sbarchi cresciuti dell'823%

L'Italia? Sempre più al centro dei flussi migratori, con le sue frontiere sempre più colabrodo. La foto che riapre il dibattito sul tema dell'immigrazione, ponendo in risalto i limiti e le lacune delle misure adottate negli ultimi mesi dal tandem governativo Letta-Renzi, l'ha scattata ieri il vice direttore di Frontex, Gil Arias Fernandez, presentando i dati dell'agenzia che si occupa del coordinamento del pattugliamento dei confini dell'Unione europea.

«Nei primi 4 mesi del 2014 - ha spiegato Arias Fernandez - c'è stato un aumento dell'823% di arrivi di migranti verso l'Italia rispetto allo stesso periodo del 2013». Da gennaio ad aprile si sono registrati 25.650 arrivi in Sicilia e 660 in Puglia e Calabria: un record, secondo solo ai numeri fatti segnare nel 2011 a seguito della Primavera araba. Dati record che coincidono temporalmente con la missione Mare Nostrum e con l'abolizione del reato di clandestinità.

Eppure, il peggio potrebbe essere ancora al di là da venire. «Ci sono numerosi migranti sulle coste libiche che stanno cercando di partire», ha aggiunto il numero due del Frontex, prima di accendere i riflettori sulla necessità di poter contare su maggiori risorse finanziarie. Ma l'Europa nicchia: «Il budget di Frontex per il 2014 -dice Arias- è più basso di quello per il 2013. Per far fronte ad eventuali emergenze, con la discussione del budget 2015, a marzo di quest'anno, avevamo chiesto la possibilità di avere una riserva di denaro extra budget, ma la Commissione Ue ce l'ha negata». Immediata la risposta: «Il bilancio - ha ribattuto Michele Cercone, portavoce della Commissaria per gli affari interni Cecilia Malstrom - aumenterà dai 95 milioni del 2013 ai 98 del 2014. Fino al 2020 la dotazione dovrebbe restare immutata». In coda, gocce di veleno per quanti, ad ogni sbarco, tirano in ballo l'Europa: «È tempo che gli Stati membri - ha sottolineato Cercone - traducano le parole in azioni».

Con l'Italia che torna ancora una volta nel mirino per il mancato funzionamento della piattaforma Eurosur, che dovrebbe permettere lo scambio di dati sugli sbarchi.

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