Economia

Addio auto nuove, nessuno le compra più

Spese, tasse e benzina sempre più care: così un italiano su due nei prossimi tre anni si terrà la vecchia macchina

Addio auto nuove, nessuno le compra più

I tempi degli incentivi, che aiutavano a mantenere il mercato dell'auto su livelli record nonostante i primi segnali di crisi, sono ormai un ricordo. Le immatricolazioni in picchiata sono un segnale evidente che gli italiani stanno cercando di fare sempre più a meno dell'auto, almeno di quella nuova. Per forza, non certo per scelta. E le previsioni per il futuro non sono certo rosee per un settore economicamente importante e storicamente trainante per il nostro Paese, al punto da diventare il tema dell'annuale rapporto presentato congiuntamente da Aci e Censis. Sono veramente pochi gli aspetti positivi che emergono chiaramente dal titolo del documento: dove è finita l'auto? Con un sottotitolo altrettanto inquietante: passerà la nottata?

Si usa di meno, ma i costi salgono

I costi di gestione che si sono impennati hanno indotto gli italiani a un uso più parsimonioso, con un taglio medio delle percorrenze annue compreso tra il 5 e il 7 per cento. Qui arriva la beffa, perché le rinunce non portano benefici e i costi non sono scesi di pari misura. Anzi, sono cresciuti del 3,8 per cento rispetto a dodici mesi fa. Ma il bilancio è ancora più pesante, sale al 4,4 per cento, se si tiene conto di tutti i costi, fissi e variabili, dall'assicurazione alle autostrade, alle multe, passando da una media di 3.278 euro agli attuali 3.425. In questo salasso la voce più importante è costituita dai carburanti, che pesano per 147 euro. Solo nei primi mesi del 2012 i prezzi medi alla pompa sono saliti del 16 per cento, una percentuale importante, che si somma all'11 per cento registrato dal 2010. Pur percorrendo meno chilometri, il costo chilometrico sale vertiginosamente: +11,3 per cento.

Ci si consola con l'ambiente

Gli unici risvolti positivi della crisi sono in materia ambientale, a cominciare dalla crescita del 3 per cento delle rottamazioni, che riguardano prevalentemente i veicoli più vecchi e inquinanti. Sempre per effetto dell'uso più attento, si consumano meno benzina (10,5 per cento) e gasolio (9,7 per cento), inoltre calano anche gli incidenti, in discesa del 2,7 per cento rispetto al 2011. Ancora più sostanziosa è la contrazione di morti sulle strade, -5,6 per cento. Sembra anche che la crisi abbia spinto gli italiani al volante a essere più virtuosi, come confermato dalle infrazioni sempre meno numerose. L'uso dell'auto privata è poi più concentrato nei fine settimana, mentre per andare a lavorare si usano più i mezzi pubblici e c'è una grande ripresa delle biciclette.

Niente auto nuova fino al 2015

Per il comparto automobilistico, che per decenni è risultato strategico, mostra evidenti segni di cedimento. Da gennaio a novembre le vendite sono crollate: -20 per cento. Ma non vanno certo meglio le due ruote a motore -19 per cento le moto e -32% ciclomotori. Se scende del 10 per cento l'acquisto di vetture di seconda mano, si è dimezzata la propensione all'acquisto. Un anno fa il 7,6 per cento degli intervistati era intenzionato ad acquistare un'auto nuova, mente oggi questa percentuale è dimezzata. Ma non basta, il 52,6 per cento degli intervistati dichiara di non avere alcuna intenzione fare acquisti nei prossimi tre anni (nel 2011 era il 43,8%). A fronte di un'entrata imprevista di 30.000 euro, oltre la metà degli italiani preferirebbe mettere al sicuro questo tesoro, invece che investire in acquisti.

Assicurazioni sempre più care

Dopo i carburanti, la seconda voce che pesa sul bilancio è l'assicurazione, con 738 euro, in crescita del 3,2 per cento nei confronti delle tariffe di un anno fa. La tassazione prossima al 26 per cento rende le nostre polizze in assoluto le più care in Europa, con un 18 per cento sopra la media. Una particolarità che fa apprezzare il pacchetto di proposte che l'Automobile Club ha preparato per favorire un abbassamento del costo delle polizze fino al 40 per cento. La misura più apprezzata sembra essere per la proposta di prescrizione del diritto al risarcimento del danno dopo 90 giorni dall'incidente, mentre attualmente sono due anni.

Quelle città a tutto gas

Per la prima volta, il rapporto Aci-Censis propone un Atlante della mobilità sostenibile, una sorta di classifica delle province più ecocompatibili. La graduatoria tiene conto di diversi elementi, che vanno dalla densità del parco circolante per chilometro quadrato all'età media dei veicoli immatricolati, alla diffusioni di alimentazioni più “verdi” come gas naturale o Gpl, ibride ed elettriche. Risultano in netto vantaggio le province del nordest, grazie soprattutto alla disponibilità di una rete più capillare di distributori di gas, che gioca chiaramente a favore della diffusione delle cosiddette auto bifuel. Se Ferrara e Ravenna sono in testa, in coda si trovano le grandi città, nell'ordine Catania, Milano e Napoli, penalizzate dall'altissima densità di veicoli. Ma subito dopo seguono vari capoluoghi di Sicilia e Calabria, per i quali pesano l'anzianità delle auto sulle strade. Se si considerano i dieci capoluoghi più grandi, la prima posizione spetta a Bologna, settima assoluta, seguita da Torino (25), Bari (33) e Firenze (39). Più distanziate: Roma (74), Genova (86) e Palermo (90).

Chiudono la classifica Catania (103), Milano (106) e Napoli, che occupa l'ultima posizione (110).

Commenti