Economia

Da Telecom no a Sposito Cairo resta in pole per La7

Consob interviene e la società conferma la trattativa già in corso. Ma dietro le quinte la partita èaperta: Intesa e Mediobanca puntano su Clessidra

Da Telecom no a Sposito Cairo resta in pole per La7

Ad aprile e maggio di ogni anno in Italia si celebra il balletto delle nomine pubbliche. Roba forte. Visto che una buona parte dell'economia è ancora in mano ad aziende controllate dal Tesoro. A proposito: nessuno tra i grandi partiti ha proposto la privatizzazione totale delle nostre reginette. Certo si stracciano le vesti per ipotesi di corruzione o di nomine clientelari, ma si guardano bene dal cederle completamente sul mercato, cancellando alla radice ogni potenziale conflitto. Ma questo è un altro discorso. Intanto c'è un problemino. Il 90% dei tecnici e dei grandi commis di Stato che hanno ambizioni societarie hanno una poltroncina nel governo Monti e dunque per 12 mesi sono fregati. Il comma Siniscalco (da un'interpretazione molto rigorosa dell'Antitrust di cui la Zuppa si è già occupata) prevede uno stop di un anno per chi ha ricoperto un incarico di governo da qualsiasi carica societaria. Ovviamente che abbia qualche attinenza con il ruolo ministeriale. Zac, una mannaia che si abbatte su Passera, Catricalà, Grilli, Di Paola e DeGennaro solo per citarne alcuni. E di deroghe non se ne parla: dopo che Siniscalco fu bacchettato per essere diventato manager di Morgan Stanley, non proprio una controllata del Tesoro. C'è da dire che 12 mesi passano in fretta, soprattutto se il governo si spiccia a passare le consegne (cosa che purtroppo per i nostri ministri in uscita non sembra verificarsi). Il punto è che l'anno prossimo ci sarà la vera tornata di nomine (Eni ed Enel tra queste) e dunque per aprile di quest'anno, i nostri signori del governo Monti vorrebbero essere liberi: altrimenti perdono pure il prossimo giro di poltrone. Qualcuno di loro ha già fatto sapere che se il governo dovesse restare in piedi, in prorogatio per troppo a lungo, si dimetterebbe: per nobili motivi, si sostiene. Per la bottega, in realtà.

Ad aprile di buono ci sono solo due posticini in Finmeccanica. perché il resto rischia la prorogatio, con un governo debole o che non c'è. Il boccone più gustoso, quello di Cdp, è in scadenza, ma sia l'ad Gorno Tempini sia il presidente Bassanini è molto probabile che vengano confermati nel silenzio generale. Per il primo c'è il buon lavoro fatto (per chi ama una Cassa interventista, si intende) e i rapporti con il giro bazoliano; per il secondo la semplice circostanza che la sua nomina non dipende dal Tesoro, ma da Guzzetti, il potente numero uno delle Fondazioni. E poi ci sarebbero le Ferrovie. Il presidente senza deleghe operative, Cardia, è probabilmente fuori, se si mettono d'accordo (ma su chi? Questo è il punto). E l'uomo forte, Moretti, è un intoccabile per il Partito democratico, che in fondo non è proprio la lista Ingroia.

Ma in Finmeccanica non si può stare fermi: al Tesoro tocca nominare due consiglieri per riempire le caselle dei dimissionari Franci Bonferroni e Orsi. E uno dei due dovrebbe portarsi a casa la presidenza. Il nome che non circola, ma che un buon assaggiatore di Zuppe ci ha fatto sapere, è quello di Giampiero Massolo, un diplomatico di carriera e da un po' di mesi a Palazzo Chigi come controllore dei servizi segreti. Potrebbe soffiare il posto proprio in casa, e cioè a sua eccellenza Castellaneta, oggi alla Sace e ieri come ambasciatore a Washington. Entrambi per un'azienda presente in 100 Paesi e con un nuovo ad (Pansa) che sta già lavorando a testa bassa per rimettere in piedi anche un po' di spirito aziendale, sarebbero benvenuti.

Ps. Colpo di scena nella telenovela La7. A tempo scaduto è rientrato in scena il fondo di Sposito. Lo fa con un'offerta molto generosa sulle frequenze Telecom. Se Clessidra fosse stata così generosa all'ultimo cda, avrebbe ottenuto molto più dei quattro voti ricevuti dai rappresentanti di Intesa-SanPaolo e Mediobanca. Nonostante i tempi scaduti, le esclusive cancellate e i dettagli dell'accordo con Cairo che sarebbero chiusi in questo fine settimana, è evidente che Telecom voglia ora fare un supplemento di riflessione. E proprio in queste ore si sta decidendo che strada prendere: ignorare l'offerta sul genere Della Valle (ma in questo caso ci sono numeri e dettagli, tra cui il 40% delle frequenze mantenute in capo a Telecom). O riaprire i giochi.

La coppia di azionisti di riferimento (Intesa e Mediobanca, a cui questa volta si sarebbe aggiunto anche Generali) si attende il transito della proposta nel prossimo cda che si tiene giovedì prossimo.

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