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Equitalia premia chi tartassa di più

Gratifiche agli esattori in base alle cartelle. E i sindacati li difendono: "Bonus bassi e difficili da raggiungere"

Equitalia premia chi tartassa di più

«Vergogna! Vergogna!» gridano i sindacati in un documento congiunto indirizzato ai vertici di Equitalia Sud. Ma no, non ce l'hanno coi controversi metodi di riscossione della società, con gli interessi che scattano anche con pochi giorni di ritardo, con le vessazioni lamentate da molti italiani. Macché, ce l'hanno col fatto che i «premi incentivanti», cioè i soldi premio (in media +3,5% sullo stipendio annuo) per i dipendenti Equitalia che riscuotono più cartelle esattoriali, si sono fatti più magri. «Gli importi verranno ulteriormente ridotti, vergogna!» scrivono Cgil-Fisac, UilCa, CislFiba e le altre sigle sindacali. Per contratto sono previsti premi in base agli obiettivi di riscossione. In un documento di Equitalia Marche («Sistema Incentivante 2008») si parla di «Business» (sic), con un «Montepremi» (sic) di 314.000 da ripartire tra i 170 dipendenti più zelanti dell'area Marche di Equitalia, in base a diversi criteri. Uno quantitativo, «relativo agli obiettivi di business oggettivamente misurabili», l'altro qualitativo, «relativo ai comportamenti agiti da ciascuna persona nel perseguimento dei risultati di business». Le aree di business, tra molte virgolette, sono gli «Incassi in relazione ai ruoli dello Stato»; le «Riscossioni dai ruoli delle Agenzie delle entrate»; le «Riscossioni ruoli Inps-Inail». Cioè tutte le cartelle Equitalia che si abbattono su imprenditori, negozianti, pensionati, famiglie, le quali, versando l'obolo, contribuiscono al «business» del relativo ufficio Equitalia, premiato a fine anno se ha incassato bene.

Tutto previsto dall'articolo 50 del Contratto applicato a dirigenti, funzionari e impiegati di Equitalia. Con la benedizione dei sindacati, che si impegnano a difendere gli incentivi per gli esattori più efficienti. In un altro documento sindacale, datato 30 novembre 2011, si spiega che i parametri per far scattare il premio vanno abbassati, per via del «rallentamento della riscossione». Dovuta non solo alla crisi (non ci sono più i soldi, nemmeno per pagare Equitalia), ma anche «per la potenziale criticità derivante dall'impatto di alcune norme». Alcune leggi, protestano i sindacati, hanno infatti allentato la morsa di Equitalia sui contribuenti, rendendo più difficile la riscossione e quindi il raggiungimento dei premi incentivanti. Quali norme? Ad esempio «la necessità, per i debiti fino a 2mila euro, dell'invio di un doppio preavviso quale condizione necessaria per l'avvio delle procedure esecutive». Un piccola garanzia difensiva indicata come un ostacolo dai sindacati di Equitalia, che preferivano procedere subito al sequestro, senza dover avvisare il contribuente addirittura due volte. Altra novità negativa «l'istituzione del preavviso di ipoteca» (perché mai preavvisare il proprietario di una casa che gliela stanno per ipotecare?), o «l'introduzione, per i debiti tra gli 8mila e i 20mila euro, di vincoli alla possibilità di iscrivere l'ipoteca stessa». Quanti limiti e ostacoli che compromettono il premio a fine anno. Giusto così? «È immorale premiare un sistema a volte così vessatorio nei confronti dei cittadini - attacca l'avvocato Ivano Giacomelli, segretario dell'associazione Codici, che ha avviato una petizione sul tema -. Equitalia non è un'impresa che deve tendere al massimo profitto (è totalmente pubblica, 51% Agenzia delle entrate 49% Inps, ndr), in gioco ci sono le vite delle persone, che magari si vedono chiudere l'azienda oppure applicare il fermo amministrativo del mezzo. Perché dare ai funzionari premi di produzione? Questa pratica deve finire». Equitalia risponde: «Gli obiettivi di riscossione sono un elemento del sistema incentivante, ma unitamente al miglioramento dei rapporti coi contribuenti e della qualità del servizio.

Le somme riscosse, poi, non vanno a Equitalia ma agli enti, Equitalia incassa solo l'8% dell'aggio, mentre prima gli ex concessionari prendevano 500 milioni l'anno».

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