I l guru perde i pezzi. Anzi, uno dei gioielli più pregiati della sua corazzata multimediale: la comunicazione online del potentissimo gruppo editoriale Mauri Spagnol.
È davvero un brutto colpo per Gianroberto Casaleggio quello che viene annunciato dal sito di Vanity Fair: i dirigenti dell'impero Mauri Spagnol sono delusi dai risultati della collaborazione avviata con la Casaleggio Associati e hanno deciso di divorziare dalla sua azienda: dopo l'estate lo stratega del Movimento 5 stelle, l'altra faccia del grillismo, l'icona ricciola della nuova politica, perderà marchi gloriosi dell'editoria italiana come Guanda, Garzanti, Corbaccio, Longanesi e Chiarelettere.
Non solo: la società di Casaleggio non curerà più nemmeno il portale Cadoinpiedi.it, messo in piedi proprio per Chiarelettere, una delle realtà più aggressive e interessanti dell'industria culturale italiana di questi anni. Cadoinpiedi.it è un po' l'evoluzione del blog Voglio scendere.it, creato a suo tempo da un formidabile trio d'attacco: Marco Travaglio, Peter Gomez, Pino Corrias. Ed è visitato giornalmente da una folla di 150mila visitatori.
Insomma, Casaleggio s'identifica sempre più con Beppe Grillo e il suo sogno di instaurare una democrazia diretta; evidente che a questo punto pure Chiarelettere, a sua volta azionista del Fatto Quotidiano, abbia deciso di liberarsi da un abbraccio ormai soffocante e a senso unico.
Il profeta dei pentastellati rischia dunque di pagare le sue scelte di campo: la Casaleggio Associati ha chiuso il 2011 con un rosso di 56mila euro ma ora i conti potrebbero peggiorare.
Il tutto mentre Casaleggio teorizza un «format» grillino per il futuro della democrazia italiana.
Il guru guarda lontano, intanto i clienti più vicini lo mollano e gli fanno bye bye.