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Grillini violenti per parare l'asse Berlusconi-Renzi

I grillini si stanno comportando come tutti gli altri uomini della palude parlamentare: boicottano il cambiamento. Proprio loro, che dicevano di voler buttare fuori i politicanti di palazzo

Grillini violenti per parare l'asse Berlusconi-Renzi

L'ultimo grido di Grillo: siamo la nuova resistenza. Sì, contro le riforme. Il fallimento dei Cinque stelle è tutto in questo paradosso. Non c'è nulla di nuovo. Se stanno alzando il rumore è solo per far sapere al mondo che esistono. È un segno di impotenza. Questi qui sono arrivati in Parlamento per cambiare le regole del gioco, per dare una svolta, per ridare voce ai cittadini, per scardinare il sistema e buttare fuori i politicanti di palazzo. Finora però più che altro hanno fatto chiasso. Nulla di veramente concreto. La svolta sta avvenendo altrove. Il patto Renzi-Berlusconi in realtà li ha spiazzati. Hanno perso centralità politica e mediatica. Si sono sentiti marginali. Con il rischio che mentre loro urlano gli altri due cambiano la legge elettorale e smontano la casta con la riforma del Senato e dell'articolo quinto della Costituzione. E qui c'è tutta la debolezza del movimento Cinque stelle. C'è la sensazione che ogni loro azione politica sia alla fine della fiera qualcosa di effimero, fine a se stesso, senza risultati pratici. Molti simpatizzanti ed elettori di Grillo questa domanda cominciano a porsela. Ma dov'è il cambiamento? Cosa c'è oltre i vaffa e la turbolenza? Grillo, con la sua scelta isolazionista, sta deragliando dalla strada che porta alle riforme.

Non crede nel futuro. Non crede nella possibilità di ricostruire davvero questo Paese. Non si siede neppure al tavolo delle regole, passo fondamentale per disegnare la democrazia di domani. È protesta sguaiata. È veto. È dispetto. È la reazione scomposta di chi sembra sull'orlo di una crisi di nervi. Il punto più alto della sua politica diventa così l'isteria senza contenuti. È questo che voleva chi ha votato Cinque stelle? Forse no.

I grillini si stanno comportando come tutti gli altri uomini della palude parlamentare. Boicottano il cambiamento. Tutto ciò in fondo è strano. Perché un movimento come quello di Grillo, con un largo e forte consenso elettorale, segue la stessa strategia dei partitini? Il «veto ergo sum» è l'ultima risorsa di alfaniani, montiani, vendoliani, lettiani. È la loro barricata. È la zattera di chi rischia di scomparire. È la guerriglia di chi occupa poltrone senza avere voti. Non può essere l'orizzonte di una forza politica che dichiara apertamente di voler conquistare la maggioranza assoluta, di chi sogna e pretende di governare da solo, senza alleati. La legge elettorale nata dal patto del Nazareno è una grande opportunità per i grillini. È il mezzo per realizzare quello che vogliono. Se i Cinque stelle prendono il 38 per cento dei voti hanno vinto. Fanno «all in». Con il premio di maggioranza governano da soli. Certo, non è facile. Il 38 per cento è tanto, ma fissa una misura, segna un obiettivo. E ai grillini non manca certo l'ambizione e l'arroganza per puntare tanto in alto. Allora, perché dire sempre no? Il sospetto è che il patto Renzi-Berlusconi sveli il bluff di Grillo. Quei due stanno cambiando il Paese, Grillo fa solo rumore.

E i Cinque stelle hanno perso la loro ragione sociale.

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