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Addio baroni rossi: col rettore Uricchio esulta Bari liberale

Addio baroni rossi: col rettore Uricchio esulta Bari liberale

I potentati e i baronati delle storiche università italiane iniziano a scricchiolare. Da sempre in mano ai baroni rossi della sinistra, quegli illustri professoroni dalla raccomandazione facile, che mettono le radici negli atenei, insieme a figli e parenti. Ma da oggi, forse, qualcosa sta cambiando. E si parte, non a caso, dal Sud, dall'Università di Bari. Il 19esimo magnifico rettore dell'Università Aldo Moro non è un barone rosso, ma un liberale. Un alieno, insomma. Studenti e professori lo acclamano a gran voce: Antonio Felice Uricchio. È lui, il prossimo rettore che scardina i portoni dei baronati. Ha 52 anni ed è professore ordinario di diritto Tributario nell'ateneo pugliese. Lui è risultato il più votato con 866 voti su 1.515 a fronte dei 649 del diretto ed unico avversario, il docente di letteratura inglese, Stefano Bronzini. Uricchio ottiene la maggioranza dei consensi sia tra i rappresentanti degli studenti sia fra i docenti e il personale tecnico amministrativo.
L'ateneo barese cambia faccia in maniera radicale, privilegiando un modello di gestione improntato alla valorizzazione delle eccellenze, di tutte le risorse professionali e umane a disposizione, in particolar modo di quei giovani ricercatori e degli studenti che rappresentano il fulcro di tutte le attività accademiche. «La mia vittoria appartiene a tutti - spiega Uricchio - soprattutto a quei giovani che chiedono un'università nuova e condivisa.

Voglio un'università aperta che promuova processi di cambiamento, che guardi con attenzione ai giovani e si proietti nelle sedi internazionali dando risalto a quanto sinora si è riuscito a realizzare in termini di ricerca e di sviluppo e, soprattutto, a tutto quello che in questi anni potremo costruire con la preziosa collaborazione e sinergia di tutta la componente universitaria». Il vento sta davvero cambiando?

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