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«Adesso Grillo deve spiegarmi come è morta la mia famiglia»

«Adesso Grillo deve spiegarmi come è morta la mia famiglia»

La storia sarebbe troppo seria e troppo profonda per finire nel tritacarne elettorale. Il problema è che riemerge dagli abissi del dolore proprio adesso, a meno di tre settimane dal voto, nel momento di massimo fulgore per Beppe Grillo, prevedibilmente terzo uomo politico d'Italia. Impossibile ignorarla: arrivati a certi punti, arrivati a certi livelli, il privato diventa inesorabilmente pubblico, e non c'è verso di impedirlo. Mentre si incarogniscono i toni, nel pieno di una bagarre sempre più caotica e smodata, si alza un lamento improvviso e lacerante, da una lontananza remota: una donna di 38 anni, Cristina Giberti, chiede pubblicamente conto al fustigatore pubblico di un fatto che li ha divisi più di trent'anni fa, tenendoli legati a doppio filo per sempre.
Quel fatto è sin troppo noto: nel dicembre '81 Grillo fa salire in macchina l'amico Renzo, la moglie dell'amico e il loro bambino di nove anni. Su quell'auto manca solo la figlia piccola della coppia, Cristina, sette anni: la bimba chiede di restarsene a casa con un'amica, in televisione danno i loro cartoni preferiti. Permesso accordato. Sarà come regalarle la vita una seconda volta.
Il sereno pomeriggio di vacanza sopra Limone Piemonte cessa di essere sereno quando una lastra di ghiaccio trasforma la gita in una tragedia insormontabile: la macchina, diretta verso quota Duemila lungo una strada tortuosa, improvvisamente slitta e finisce nel burrone. Grillo riesce miracolosamente a buttarsi fuori, i suoi tre amici volano nel vuoto e là restano.
Questo incidente è il motivo per cui Grillo oggi non risulta candidato: le regole del suo Movimento sono chiare, i pregiudicati non possono sedersi in Parlamento, lui lo è a tutti gli effetti perché di quella tragedia viene considerato colpevole con sentenza definitiva.
Grillo non ha mai nascosto niente della giornata che ha segnato indelebilmente la sua vita. La novità di queste ore è che la bambina di allora, scampata al disastro familiare per un cartone animato, ricompare improvvisamente con un'intervista a Vanity Fair, allungando sulla travolgente campagna elettorale del capopopolo l'ombra triste del passato.
«Non cerco nulla - spiega la signora Cristina, all'epoca adottata dagli zii materni, ora mamma e volontaria per l'infanzia - voglio solo la verità. Mi rifiuto di essere strumentalizzata da una politica che non riconosco. Chiedo solo di incontrare il signor Grillo, che da quel giorno non ho più visto, né sentito. È un gesto che devo a me stessa, ma anche ai miei genitori e a mio fratello».
Per tutti questi anni, per più di trent'anni, solo silenzio. Perché proprio adesso questo grido, perché rischiare le insinuazioni di miserabili trappole elettorali... C'è una risposta per tutto. Ci sono risposte che vanno comunque rispettate: la bambina di allora ha un grande bisogno di liberarsi finalmente delle sue pesanti catene. «Con i media che parlano continuamente di Grillo e del perché non si candida, facendo vaghi riferimenti alla morte dei miei cari, per me si è fatto impossibile passare oltre. Tutte le domande che ho cercato di seppellire sono tornate a galla. Ora ho bisogno delle risposte, una volta per tutte».
Ma si poteva cercare un'altra via, tenere dolori così grandi e così intimi dentro la cerchia protetta del privato: perché non contattarlo in altri modi e in altri luoghi, lontani dalla mischia... C'è una risposta per tutto, anche per questo. «Dopo quel giorno, Grillo non mi ha mai cercata. Mi conosceva bene, era amico dei miei: mi chiedo come sia possibile che in tutti questi anni non abbia mai sentito l'esigenza di vedermi, di chiedermi scusa, almeno di sapere come stavo. Così, poco tempo fa, ci ho provato io, senza clamori. Ho chiamato il suo ufficio stampa. Ho chiesto un incontro privato. Poi mi ha contattato un suo nipote: mi ha spiegato che la sua famiglia ha sofferto per quell'incidente e che non è il momento di tornare sull'argomento. Ma per me il momento è questo: sono cresciuta, sono mamma, sono pronta per sapere e per parlare. È così che ho deciso di uscire allo scoperto».
Grillo è uomo capace di incassare tranquillamente tutti i colpi bassi della macelleria elettorale. Agli avversari politici si può rispondere con grida di piazza e lazzi di satira. Questa però è un'altra cosa. Molto più complicata.

Bisogna trovare poche parole semplici, per colmare un silenzio di trent'anni.

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