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Adesso Monti apre al 2013: "Non escludo un mio bis"

Il presidente del Consiglio apre alla proposta di Giorgio Napolitano: "Valuterò tutte le possibilità". Poi avverte: "Un altro governo tecnico sarebbe una sconfitta"

Adesso Monti apre al 2013: "Non escludo un mio bis"

La risposta è arrivata a distanza di qualche giorno. Il presidente del Consiglio Mario Monti coglie al volo l'assist del capo dello Stato Giorgio Napolitano dicendosi disponibile a vagliare tutte le possibilità, anche quella ventilata giovedì scorso dal Quirinale. Sul piatto c'è, appunto, l'eventualità di un bis del Professore alla presidenza del Consiglio. E Napolitano ha trovato la strada giusta per renderlo possibile senza che l'attuale premier si presenti alle prossime elezioni. Sarà gli stessi partiti, che alle prossime politiche otterranno la maggioranza dei voti, a chiamarlo e a proporgli di prolungare il proprio soggiorno a Palazzo Chigi.

"Rifletterò su tutte le possibilità, nessuna esclusa, in cui eventualmente io ritenga di poter dare il mio contributo al miglior interesse dell’Italia". Ai microfoni di Che tempo che fa, Monti non ha detto niente di nuovo: gli italiani dovranno aspettare l'indomani delle elezioni politiche perché l'attuale premier dica se vorrà limitarsi a fare il senatore a vita oppure se accetterà un nuovo incarico a Palazzo Chigi o, visto che il settennato di Napolitano è ormai agli sgoccioli, al Colle. "In che modo possa contribuire non so, rifletterò e sarà decisione mia se accettare di dare un contributo", ha detto l'attuale premier a Fabio Fazio. Niente di nuovo. D'altra parte, è stato lo stesso Napolitano a offrire al Professore una via di fuga a chi gli tirava la giacchetta e gli chiedeva di scegliere da che parte stare. Nei giorni scorsi il capo dello Stato ha detto chiaramente che, essendo già senatore a vita, non c'è bisogno che Monti si candidi alle prossime elezioni; saranno piuttosto gli stessi partiti, dopo le elezioni, a "chiedergli un parere, un contributo o un impegno". All'assist del Quirinale, Monti ha replicato: "Le decisioni, qualunque possano essere, sono scelte inevitabilmente mie ma mi affiderò molto alle valutazioni del capo dello Stato, a quanto ha da dire in generale e a me in particolare". Secondo il premier, infatti, il problema non è quello di chi guida il governo o di chi presiede la Repubblica, ma "se si riesce in Italia a far evolvere la cultura dell’economia e della politica in modo diverso da quello che vediamo prevalere".

Al di là del proprio ruolo durante la prossima legislatura, Monti è certo che un altro governo tecnico sarebbe una sconfitta per il Paese. "Il mio governo non è stato un governo politico nella composizione, anche perché i partiti hanno declinato il mio invito a partecipare, ma la sua attività è schiettamente politica. È schiettamente politico cercare di separare di più la politica da ciò che non dovrebbe appartenerle, che si tratti di sanità o di Rai", ha spiegato il presidente del Consiglio secondo cui è "politico spiegare ai cittadini la realtà cruda e la mancanza di soluzioni facili, trattando i cittadini come adulti". Insomma, a detta del Professore, non è importante chi sarà il prossimo premier, ma è fondamentale che cambi la mentalità degli italiani.

E, in prima linea, ci sarebbe una mutata percezione dei rapporti con il Fisco: "Obrobri sociali come quelli sul caso Sla sono la conseguenza della mancanza di soldi che sono andati ad arricchire evasori fiscali o comportamenti sbagliati nel pubblico".

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