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Par condicio, Berlusconi: "Niente tv? Girerò l'Italia"

Approvato il regolamento per la presenza dei candidati sui media. Le norme valgono pure per Monti. Il Cav pronto a girare il Paese

Par condicio, Berlusconi: "Niente tv? Girerò l'Italia"

Come previsto l'Agcom ha approvato all'unanimità il regolamento per l’attuazione della par condicio nella campagna per le elezioni politiche che applica alle emittenti private e locali, alla stampa e ai sondaggi. Ma, sotto sotto, la sinistra sta brigando contro Silvio Berlusconi per non permettergli di andare in televisione. Dopo aver monopolizzato per mesi la tivù pubblica, adesso provano a relegare il Cavaliere concedendogli spazi di pochi minuti. Dopo il rifiuto della Rai a una puntata in prime time di Porta a Porta, Silvio Berlusconi rilancia: "Mi sto concentrando sulla partecipazione alle trasmissioni televisive. Se invece dovessero veramente ridurre questa possibilità a poche presenze, penso che farò un piccolo giro per l'Italia, e in questo caso non mancherò nella vostra regione".

Nel regolamento dell'Agcom la novità più rilevante riguarda l'estensione delle norme anche ai soggetti non candidati che rappresentano una forza politica, come Mario Monti, Luca Cordero di Montezemolo e Beppe Grillo. L’articolo 7 prevede che le presenze di tali soggetti nei programmi di informazione sono equiparate quelle dei candidati e che tali soggetti non possono essere presenti nei programmi di intrattenimento. Berlusconi ha annunciato l’intenzione di fare campagna elettorale in giro per l’Italia se sarà costretto a limitare le presenze in televisione. "Mi sto concentrando sulle partecipazioni alle trasmissioni televisive - ha spiegato il leader del Pdl in una intervista ad Alto Adige Tv - se invece dovessero veramente ridurre questa possibilità a poche presenze penso che farò un piccolo giro per l’Italia". Adesso il Cavaliere vuole girare il Paese per spiegare come le forze politiche devono ripensare a chi devono essere i protagonisti della politica regionale: "Non si può continuare a scegliere questi protagonisti tra chi fa la politica per mestiere, dovendo cavare dalla politica soldi per sè e magari farlo in una maniera disonesta, portando via soldi pubblici per il proprio personale interesse, come si è verificato ultimamente con i casi Fiorito e Penati eccetera". Da questo punto di vista il Pdl presenterà, per esempio, in Lombardia come candidati consiglieri personaggi che non siano mai stati consiglieri della Lombardia.

"Pescheremo soprattutto tra i sindaci che siano stati votati per la seconda volta - ha continuato Berlusconi - che quindi hanno dimostrato di avere lavorato per bene perchè così hanno avuto la fiducia dei loro concittadini".

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