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Berlusconi non molla: "Resto il leader del centrodestra"

Frizioni tra le forze di governo su legge Severino e legge elettorale. Santanché minaccia: "Con la decadenza del Cav i nostri ministri si dimetteranno"

Berlusconi non molla: "Resto il leader del centrodestra"

Silvio Berlusconi non ha alcuna intenzione di mollare. E lo ribadisce anche oggi con una dichiarazione postata su Facebook. Mentre la polemica infuria e si cerca di sciogliere il nodo della legge Severino il Cavaliere guarda avanti e pensa al futuro politico. Uno scenario in cui intende avere ancora un ruolo di primo piano. "Io resisto! non mollo. State tranquilli che non mi faccio da parte, resto io il capo del centrodestra. Farò sino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio", ha scritto sul social network.

Intanto il tema della decadenza di Berlusconi mette a dura prova le larghe intese e la tenuta dell'esecutivo presieduto da Enrico Letta. Oggi un nuovo e chiarissimo avviso viene lanciato ai Democratici dall'ex presidente del Senato Renato Schifani.

"Per noi tutto si tiene: se ci sarà una chiusura pregiudiziale del Pd sul percorso di approfondimento sulla legge Severino che chiediamo per noi sarebbe impossibile parlare di un percorso comune", avvisa Schifani, capogruppo al Senato riferendosi al voto in Giunta al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, "Noi non intendiamo barattare legalità per altro ma intendiamo fare un modo che la legge Severino sia valutata dalla Consulta".

Frizioni anche sulla legge elettorale: "Posso condividere la fretta di Letta se si riferisce al recepimento dei rilievi della Corte Costituzionale, altrimenti non comprendo le motivazioni di questa fretta", dice Schifani secondo cui un'intesa è tutt'altro che vicina: "Non ci sono margini di avvicinamento. Tra Pd e Pdl le distanze rimangono". In particolare al Pdl non va giù l'idea di riformare la legge senza una revisione più profonda delle istituzioni: "Per noi la legge elettorale nuova deve seguire le riforme istituzionali, altrimenti non la comprendo una fretta per la riforma. E preferisco non comprendere altre motivazioni che non mi piacciono, come quella di fare una nuova legge elettorale per andare a votare subito. Noi siamo per le cose lineari e per mettere in sicurezza l’attuale legge. Noi diciamo no al ritorno del Mattarellum".

Nel caso in cui il Partito democratico voti a favore della decadenza del Cavaliere, inoltre, i ministri del Pdl potrebbero lasciare immediatamente Palazzo Chigi: "Noi parlamentari del Pdl non ci dimettiamo, perché stare in Aula non vuole dire stare insieme ed essere alleati. Ma sono certa che un minuto dopo i nostri ministri non sarebbero più seduti allo stesso tavolo con i carnefici di Berlusconi", minaccia Daniela Santanché, "Si dimetterebbero, certo. Si possono fare cose insieme con chi vuole in galera il leader del movimento politico che più di tutti ha voluto questo governo? Evidentemente no. Non è che loro devono essere opportunisti, ci odiano e ci dicono di tutto, poi per le loro poltrone però andiamo bene. Nella vita serve reciprocità. O la smettono con il clima di odio verso di noi oppure non ha senso stare insieme".

Contro "l'ipocrisia del Pd" punta il dito anche Osvaldo Napoli: "Aiuta qualcuno o serve a qualcosa ripetere la solfa secondo cui la vicenda di Berlusconi va tenuta separata dalla vicenda del governo? Nei ragionamenti del Pd c’è un sovraccarico di ipocrisia che rischia di pesare sulla stabilità dell’esecutivo", sostiene, "Quella di Berlusconi è una vicenda giudiziaria e, come tale, sicuramente personale. Ma sostenere che quella vicenda si esaurisce come fatto personale significa prendere un abbaglio, cosa non consentita a nessun partito che abbia davvero a cuore gli interessi dell’Italia. La dimensione politica dell’affaire Berlusconi è gigantesca e riguarda tutti e tutte le istituzioni delle Repubblica".

Tante le critiche a Giorgio Napolitano, che ha sottolineato nei giorni scorsi come il Quirinale non abbia ancora ricevuto una richiesta di grazia. "Da Napolitano ci aspettavamo di più: nel messaggio del Capo dello Stato, che non commento, non ho trovato quello che avevamo chiesto", commenta Schifani, "Non entro nel merito perchè le posizioni del Capo dello Stato si rispettano, ma ci aspettavamo di più". "Napolitano è il vero capo del Pd e quindi chiami Letta ed Epifani e dica loro che non si vota la decadenza di Berlusconi da senatore.

È così semplice", aggiunge la Santanchè.

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