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Ammortizzatore sociale o aiuto agli immigrati: si torna a parlare di naja

Roma«Demenziale», secondo Matteo Salvini, aprire le forze armate agli immigrati. «Forse a Natale il ministro ha mangiato troppo». «Inaccettabile e fuori della realtà» pure per il senatore di Forza Italia Lucio Malan. E persino Cecile Kyenge ha qualche dubbio: «La proposta di Mario Mauro è sensata e intelligente, però in questo momento abbiamo un servizio militare che è specifico alla protezione della Patria per i cittadini italiani. Si tratterebbe quindi di fare una riforma».
Critiche, perplessità, difficoltà pratiche. Eppure è proprio questa l'idea del ministro della Difesa, mettere la divisa agli extracomunitari. «Più che di uno ius soli - spiega -, in Italia avremmo bisogno di uno ius culturae. Perché non facciamo una piccola modifica alla Costituzione in modo da poter consentire a chi arriva nel nostro Paese di poter far parte delle forze armate, se ha ovviamente un minimo di requisiti?». Insomma, insiste Mauro, «dovremmo fare come negli Stati Uniti, dove chi presta servizio militare per un certo tempo, poi è agevolato per ottenere la cittadinanza».
Nel secolo scorso la ferma obbligatoria servì ad unire il Paese, ad avvicinare piemontesi e siciliani. Domani la legione straniera dovrebbe servire a favorire l'integrazione, a far conoscere usi, costumi e leggi del Belpaese, a far imparare l'italiano. Dunque, una specie di ammortizzatore sociale, in qualche modo assimilabile a quello proposto l'altro giorno da Matteo Renzi, il servizio civile obbligatorio. Il segretario del Pd sostiene lo ius soli: «É italiano chi nasce qui». Però le due proposte seguono la stessa traccia. Se non riusciamo più ad assorbire gli immigrati, mandiamoli sotto le armi. Se non riusciamo più a trovare lavoro ai giovani, impegniamoli intanto per tre o sei mesi in servizi socialmente utili, poi si vedrà.
La Kyenge ringrazia Mauro. «I suoi suggerimenti tengono conto delle le strategie future dell'Europa. Cercare di aprire il servizio militare vuol dire anche cercare di adeguare quelle che sono le nuove categorie che l'Ue ci chiede per riuscire a considerare gli immigrati cittadini allo stesso livello degli italiani». Per Domenico Rossi, Patto per l'Italia, generale-parlamentare, si può fare senza toccare la Carta. L'idea che non piace a Forza Italia. «Ci sono migliaia di giovani italiani - dice Malan - che tentano inutilmente di entrare nel ristrettissimo numero di arruolamenti che vengono effettuati in questi anni. Non si vede alcuna necessità di fare entrare al loro posto persone che vengono da chissà dove. Nè questo meccanismo, nè lo ius soli sono pensabili».
Ancora più drastico Salvini, secondo cui cambiare la Costituzione per permettere agli immigrati di indossare l'uniforme e ottenere la cittadinanza «è un principio demenziale: se devo cambiare la Carta, lo faccio per trasformare l'Italia in un Paese federale e per dare la possibilità di referendum propositivi, non per gli immigrati».

Conclusione: Mauro ha detto «un'enorme fesserie, causata forse dalla libagioni delle festività».

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