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"Anche nel Pdl c'è chi trama per una nuova Dc"

L'ex ministro Saverio Romano: "Un'operazione in vista delle Europee in primavera"

"Anche nel Pdl c'è chi trama per una nuova Dc"

Ecco ampi stralci del testo dell'intervista concessa da Saverio Romano alla Stampa, che si è rifiutata di pubblicarla.

Lei è amico di Raffaele Fitto e fa parte dei cosiddetti lealisti che chiedono l'azzeramento egli incarichi e quindi le dimissioni di Alfano...
«Alfano si è messo alla testa di una minoranza in Senato e alla Camera, costringendo Berlusconi a cambiare idea sul voto di fiducia e con lui il resto della maggioranza, cosa che avrebbe dovuto fare convincendo lui e la maggioranza nelle sedi proprie, dove invece è rimasto silente. Mi sono sempre adeguato alle decisioni della maggioranza del gruppo e alle scelte di Silvio Berlusconi. È quindi paradossale che questo non debba valere per chi ricopre incarichi di grande responsabilità».

Ma lei come ex Dc dovrebbe vedere con favore la spaccatura di Scelta civica e il ritorno di Casini nella alleanza per un grande Ppe italiano.
«La prospettiva dei popolari non si costruisce in un convegno di commemorazione, seppur di un autorevole popolare europeo come Martens. Andrebbe aperta una ampia discussione per sapere cosa può essere il Ppe in Italia e per fare cosa. Invece ho la sensazione che si vogliano eludere i problemi legati alla scelta che molti post democristiani hanno fatto durante la diaspora della Dc, evocando il Partito popolare, con tante facce e pochi contenuti e che rischia di essere solo lo strumento che alcuni vogliono utilizzare per traguardare il difficile passaggio elettorale europeo della prossima primavera».

Ma Casini, Alfano e Mauro hanno comunque parlato di centrodestra. Ciò dovrebbe rafforzare anche Berlusconi
«Alla commemorazione di Martens mancava Enrico Letta, impegnato all'estero, ma aleggiava il suo spirito. Certo, quest'ultimo ha bisogno di tempo e di rafforzarsi con l'azione di governo per poter liberare il suo impegno dall'ipoteca del Pd e di Renzi. Speculare, nel Pdl, è l'atteggiamento di chi attende che Berlusconi esaurisca la sua funzione di leader, togliendo cosi l'incomodo per una esperienza neocentristra a tutto tondo».

Insomma, lei sta dicendo a Berlusconi «attento, ti stanno fregando» e comunque come farebbero con questa legge elettorale?
«Parto dalla seconda parte della sua domanda: questa legge elettorale, come lei sa, è sub judice, poiché la Corte Costituzionale a breve deciderà se e quale parte di essa sia incostituzionale. Non mi meraviglierei se quella parte riguardasse solo il premio di maggioranza, rendendo cosi utilizzabile l'attuale norma relativa ad un meccanismo di elezione del Parlamento in misura proporzionale. (...) Ritengo che Alfano stia legittimamente giocando la sua partita ma ho il dovere di sottolineare che è assai diversa da quella che ha giocato sino ad oggi Berlusconi ed egli stesso come suo delfino, ruolo che gli ha consentito, tra l'altro, di ricoprire autorevoli incarichi politici ed istituzionali. Certo, fin quando Berlusconi è in piedi, tutti si affrettano a dire che egli è il leader del centrodestra, che il bipolarismo e la democrazia dell'alternanza sono irrinunciabili e che la riforma della giustizia, insieme a quella fiscale, sono il mantra su cui siamo tutti d'accordo».

E allora?
«Parlano bene e razzolano male. Berlusconi sarà dichiarato decaduto, la riforma della giustizia non è nel novero di quello che è stato concordato con il Pd, la legge di Stabilità all'esame del Parlamento, lungi dall'abbassare le tasse, le aumenta».

E voi cosa fate?
«Noi consideriamo Berlusconi leader del Pdl-Forza Italia e del centrodestra perché votato da milioni di italiani (...).

Vogliamo essere interpreti delle politiche di Berlusconi, anche di quelle che non è riuscito a realizzare a causa di riottosi alleati - come nel caso della riforma della giustizia - o per le sfavorevoli congiunture economiche - come per la riforma fiscale».

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