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Assunta Almirante: "Vorrei non aver mai conosciuto Fini"

La lady della destra rinnega l’ex delfino: "Mi ha deluso. La casa di Montecarlo? Certe cose non si fanno"

Assunta Almirante: "Vorrei non aver mai conosciuto Fini"

Roma «Fini? Montecarlo? Tullia­ni? Corallo, Walfenzao, le offsho­re, i fax? Leggo tutti i giornali, so tutto. Mi intervistate su altre cose, però?».L’esordio di Donna Assun­ta alla richiesta di un commento sull’ultimo capitolo della«Monte­carlo story » è spiazzante. La vedo­va Almirante sembra inflessibile: «Sentite, della questione di Fini non voglio parlare».

Perché? È diventato un tabù?

«Macché. Diciamo che preferi­sco non parlare proprio di lui, ri­cordando com’era il giovane Gianfranco, quello che ho pratica­mente imposto a mio marito per la successione. Mi sono impegna­ta, molto, perché lo credevo tut­t’altro da quello che adesso dico­no di lui».

Capiamo il rammarico, ma...

«Rammarico? Vorrei non aver­lo mai conosciuto. Ma l’ho conosciuto. Così, vorrei parlare d’altro. Per esempio di Nello Musumeci, un giovane che è un signore di altri tempi, uno che somi­glia ai politici che cono­scevo io, di destra, sini­stra e centro, e che ora non esistono pratica­mente più. O di Storace: io sto accanto a lui, spe­ran­do che il popolo si ac­corga che c’è una destra vera, ecco. O parliamo di legge elettorale. Ce ne vuole una nuova, che ci consenta di vota­re per candidati che co­nosciamo. Se poi ci dan­no fregature, pazienza, abbiamo tentato. Le delusioni le mettiamo in conto».

A proposito di delusioni, dopo le rivelazioni dell’ Espresso ,an­che lui è sembrato allontanar­si da compagna e cognato...

«Auguro a lui tutto quello che noi sognavamo, che io sognavo. Ma non credo più a nulla, quando una persona dice certe cose e poi si comporta in maniera diversa... E non credo che lui possa avere da­to quella casa perché è stata la compagna a suggerirglielo. Quan­do uno ha capacità e una certa educazione morale, certe cose non le fa».

Lei in questa vicenda ha un con­tatto privilegiato: il costrutto­re monegasco che per primo i Tulliani contattarono per i la­vori, Luciano Garzelli.

«Non è un semplice contatto, siamo fratello e sorella, io e Lucia­no, sono vent’anni almeno che ci conosciamo, mica un giorno. Ho spesso avuto lui e la moglie miei ospiti a Sanremo, e ho ricambiato la visita da loro, a Montecarlo. Di­ciamo che io sapevo già tutto di questa storia quando voi non sa­pevate nulla...».

L’ha mica presentato lei Gar­zelli a Fini e parenti?

«No, no, no. Fini non ha mai co­nosciuto nessuno di Montecarlo, io a Montecarlo invece conosco tutti. Ho avuto anche un buchetto lì, mio figlio aveva difeso un teno­re e aveva ricevuto come paga­mento questa casetta a Montecar­lo vecchia. Troppi gradini, co­munque, l’ho subito lasciata».

E la Colleoni l’ha conosciuta?

«Certamente sì, prima di lui, prima di Gianfranco, sono stata anche ospite sua».

Non ci dica che è stata nella ca­sa di Boulevard Princesse Charlotte...

«Eh no, era a Roma, non a Mon­tecarlo. Aveva un affetto straordi­nario per mio marito: la casa la­sciata al partito, per merito della figura di Giorgio,non è l’unica co­sa che ha donato. Regalò anche appartamenti a Verona, e mio marito però ha trasmesso subito al partito la proprietà di quei be­ni ».

Come la casa in questione, do­ni per la «buona battaglia».

«Io come la Colleoni sono rima­sta al Msi. Ero contraria alla svol­ta di Fiuggi, già sapevo quale sa­rebbe stato l’esito. So che cosa in­tendeva Annamaria con “buona battaglia”, la conoscevo benissi­mo ».

Non intendeva «casa a Tullia­ni? ».

«Ma Tulliani che c’entra? Arri­va tramite la sorella... comunque non ho piacere a parlare di que­sta storia, è inutile, poi finisce tut­to a tarallucci e vino».

Fini, però, è «amareggiato» da comportamenti che «non con­divide ». Forse si sente abbindo­lato anche lui.

«Staremo a vedere. La verità la sanno solo loro due: la realtà è questa, punto e basta»

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