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Gli audio indegni provano affetto non prostituzione

Dalle telefonate emerge un rapporto privilegiato tra Ruby e l’ex premier. Ma la legge non vieta di sostenere una minorenne o di darle del denaro

Gli audio indegni  provano affetto  non prostituzione

Ci sarà un avvocato, un membro del Csm, un parlamentare, o, forse, uno stesso magistrato che incriminerà finalmente una parte della magistratura milanese manifestamente responsabile di almeno numerosi reati: abuso d'ufficio, diffamazione, falso ideologico, invenzione di illeciti inesistenti. È il quadro evidente che si è delineato durante il processo Ruby.
Prostituzione minorile. Guardiamo bene. Si stabilisce l’apriori della sua condizione di prostituta, diffamandola, senza portare prove certe della sua attività.
Qui si confondono le fattispecie. È evidente a tutti che una donna costretta, anche non da altri, ma dalla emergenza, a prostituirsi, non attende altro che trasformare la sua condizione in quella, più garantita, di amante, mantenuta, compagna di un uomo che le dà sostegno. Passare da una situazione di precarietà a una di certezze è una scelta universalmente condivisa.
La prostituta appartiene a una categoria diversa e inferiore a quella della mantenuta o dell'amante.
Non esiste il reato di «manutenzione minorile». La legge consente che un uomo e una donna abbiano relazioni senza fornire prestazioni (come sono quelle, limitate e circoscritte, della prostituzione), ma convivendo, sposando, frequentando una persona benestante o facoltosa; non dice che la compagna, amante, mantenuta, non possa essere minorenne.
Così per lungo tempo Pasolini fu amico e convisse con Ninetto Davoli, all’epoca minorenne, e così accade in migliaia di casi, con piena soddisfazione dell’uomo e della donna, la cui attività erotica, sessuale, sentimentale, non è messa in discussione e non è neanche lontanamente considerata un reato. Dunque di cosa stiamo parlando?
Tutte le evidenze, fino alle sbandierate intercettazioni, con inutili spese dello Stato per consolidare una inchiesta insensata, mostrano un uomo e una donna che si conoscono, si frequentano, hanno rapporti continuativi, come quelli tra marito e moglie, tra un uomo e l’amante.
In una situazione ribaltata, nel caso di Berlusconi, lui appare, come spesso nei rapporti amorosi, più debole, vittima, alla fine anche terrorizzato da conseguenze negative di immagine, prima che penali, come è diventato presto evidente. Non è dimostrato che sapesse l’età della ragazza, ma è dimostrato che lei non aveva rapporti occasionali e tantomeno di fornitura di prestazioni sessuali a pagamento. Vede spesso Berlusconi, gli telefona spesso, lei dichiara: «Un casino. Ci hanno scoperti... Silvio mi chiama di continuo». E a un certo punto, adombra il ricatto. Anche in questo caso, è l'unico reato che vedo. Lei, per non raccontare la loro storia, a un uomo impaurito e preoccupato dai giornali, prima che dalla magistratura, chiede soldi.
Berlusconi mostra di credere che il reato non sia la prostituzione (insussistente nel caso) ma che la ragazza sia minorenne. Come chi ritenesse reato possedere una Ferrari, per il denaro che costa, e non per guidarla a 300 all'ora con eccesso di velocità. Può un uomo ricco comprare una Ferrari o dare soldi a un’amante? La legge non lo impedisce, non contempla il reato.
Le dichiarazioni di Ruby sono inequivocabili. La prostituzione ha caratteristiche saltuarie, episodiche e non ammette strascichi, telefonate, frequentazioni, pranzi, conoscenze. Chi va con una prostituta non la invita a cena, soprattutto non le dà 47mila euro alla settimana con una regolarità che si riserva alle mogli e alle amanti mantenute. Questo è ben chiaro a Ruby che non si rappresenta, non ha coscienza di sé, come prostituta: «Sta uscendo che sono amante di Silvio».
Ruby mostra anche perfetta coscienza del suo ruolo privilegiato, all'opposto della prostituta. A un'amica dice: «Vado a casa sua, siamo amici da un anno. Solo che la gente pensa al male, perché vedono una ragazza bella che va a casa di Silvio, lui che la riempie di soldi, perché ogni settimana mi dà 47mila euro... Come amante di Berlusconi le ho detto che è una fortuna incredibile...».
E quando mai una prostituta va a casa di un cliente e non in uno spazio neutro (appartamento, albergo, automobile), e il cliente la paga regolarmente perché è pazzo di lei? Di quale situazione stiamo parlando? E quale prostituta può sperare in una telefonata del presidente del Consiglio per chiedere aiuto quando la polizia la ferma? Quale cliente si muoverebbe per una persona di cui non ha una consuetudine amicale?
Berlusconi non percepiva Ruby come una prostituta, e Ruby non lo era, con buona pace del libidinoso Francesco Merlo. Temeva, equivoco che è di molti, che fosse reato avere rapporti, anche stabili, con una minorenne. Non è così. Come non c’è il reato di amicizia, di mantenimento, di amore con minorenne.
Ruby è un’amante mantenuta per sua stessa ammissione e soddisfazione. Dunque si sta celebrando un processo senza capo di imputazione. Di questo equivoco sono consapevoli i magistrati, ed è vittima, impaurita, Berlusconi.

Di magistrati e di Ruby. Ci sarà qualcuno, a partire dal Csm, che vorrà incriminare i magistrati di questo processo? Indicarne l'ingiustizia e l'illegalità?

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