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Gli azzurri sfidano la Merkel: "L'Italia non si tocca"

"Al teatro Team di Bari presenti i cinque capilista. Fitto fa gli onori di casa: "È la risposta a chi ci dà per finiti"

Gli azzurri sfidano la Merkel: "L'Italia non si tocca"

nostro inviato a Bari

Uniti per andare oltre il 25 per cento. La convention, organizzata ieri al teatro Team di Bari da Raffaele Fitto per aprire la campagna elettorale di Forza Italia, ha segnato una nuova fase per il movimento di Silvio Berlusconi. Non solo per la contemporanea presenza dei cinque capilista nelle rispettive circoscrizioni delle Europee (oltre a Fitto, Giovanni Toti, Gianfranco Micciché, Antonio Tajani ed Elisabetta Gardini), quanto per la grinta messa in campo dai cinque epigoni del Cavaliere. In platea molti esponenti azzurri: da Mara Carfagna ad Anna Maria Bernini, Daniele Capezzone, Renata Polverini, Francesco Paolo Sisto al «nuovo» alleato Francesco Storace. Applauditissimo il candidato sindaco di Bari, Mimmo Di Paola cui Forza Italia ha affidato il compito di chiudere il decennio di Emiliano.

«Quando ho visto il tentativo di descriverci come un partito diviso e allo sbando, ho voluto dare questo segnale», ha esordito Fitto ricordando che «l'unica assenza che pesa che è quella di Silvio Berlusconi» (collegato però in videoconferenza). La notizia, però, non è il ritrovato orgoglio azzurro, la coesione dei singoli protagonisti, bensì la sintonia tra il leader e i suoi rappresentanti. Quell'asticella del 25% rappresenta la sfida dei cinque capilista: riuscire a far passare il messaggio berlusconiano con un Berlusconi «costretto» dalla magistratura a fare l'allenatore e non il centravanti. Prova ne è stata l'insospettata verve di un Fitto assoluto mattatore tra una sollecitazione della folla e un abbraccio alla famiglia al completo in prima fila.

I toni sono molto in stile Cav. «Vogliamo andare oltre questa impostazione di Europa, vogliamo sfondare il tetto del 3% con tagli di tasse ma allo stesso tempo con tagli strutturali alle spese, tutto il contrario di quello che a questo governo», ha aggiunto l'ex ministro degli Affari regionali. «Non siamo noi a dover chiedere scusa ai tedeschi, ma la Merkel a dover chiedere scusa a noi per tutti i posti di lavoro che si sono persi», ha affermato Giovanni Toti, capolista nel Nord-Ovest. «Presto torneremo al governo», ha detto. Dalla platea uno spettatore gli ha urlato: «Ieri Renzi ha fatto una figura di m...», alludendo al caos della finale di Coppa Italia di sabato. Toti non si è scomposto e gli ha replicato: «Sì, ha fatto una figura di m..., non è la prima e non sarà l'ultima». Anche la proposta politica, alla fine, si sostanzia nel mantra berlusconiano «meno tasse». «Qui c'è l'Italia che produce», ha ricordato Antonio Tajani, capolista nel Centro - e noi vogliamo difenderla a Bruxelles. E soprattutto vogliamo che la gente non sia più inseguita da Equitalia per una multa di 30 euro».

Insomma, è una Forza Italia che non ha paura di regolare i conti con il recente passato, cioè con il Nuovo Centro Destra. Da un lato, come ha affermato Toti, «senza di noi i moderati non hanno rappresentanza». Dall'altro, come hanno evidenziato tanto Gianfranco Micciché quanto Fitto, «Berlusconi non può essere archiviato come un incidente della storia: sopravviverà a chi lo ha abbandonato con ingratitudine pur avendo ricoperto ruoli superiori alle proprie capacità». Ecco, quello presentato da Fitto e dai suoi colleghi è un partito che vuole parlare agli italiani.

«Quest'Italia, guai a chi me la tocca, guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade», ha concluso Elisabetta Gardini parafrasando Oriana Fallaci.

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