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Beppe Grillo fa l'offeso Al Financial Times: "Non sono Mussolini"

Il comico non gradisce un articolo del Financial Times che lo paragona al Duce: "Per me è un oltraggio". Lui offende tutti ma non accetta critiche

Beppe Grillo fa l'offeso Al Financial Times: "Non sono Mussolini"

Beppe Grillo è abituato a spararla grossa. Lo ha sempre fatto nei suoi spettacoli e lo fa ancora oggi da politico. Se il suo Movimento 5 Stelle è cresciuto così tanto, arrivando a conquistare alcuni sindaci alle ultime elezioni, tra cui quello di Parma, lo deve anche (o soprattutto) alle sue sparate contro tutto e contro tutti. In primo luogo, ovviamente, contro la classe politica italiana, senza distinzioni tra destra e sinistra. Grillo ce l'ha con tutti e, cavalcando l'onda dello sdegno (o antipolitica che dir si voglia) conquista voti. Pezzo su pezzo, mattone su mattone, il M5S ingrossa le fila. Alle prossime politiche vedremo fino a che punto...

Se Grillo ama spararla grossa, c'è una cosa però che non apprezza: quando la sparano grossa su di lui. Un commento di Beppe Severgnini pubblicato dal Financial Times il 5 giugno scorso lo ha mandato su tutte le furie. Così ha preso carta e penna (o, per meglio dire, mouse e tastiera) ed ha vergato una risposta piccata. "Sono stato paragonato a Benito Mussolini, un dittatore. Per me, questo è un oltraggio". L'articolo in questione, secondo Grillo, è un "attacco deliberato al movimento democratico che io rappresento". Grillo giustamente si lamenta e passa al contrattacco. Ma dimentica tutti gli attacchi che lui da tempo rivolge agli altri partiti italiani, meritevoli addirittura di un "Vaffa day...".

Grillo prosegue nella sua piccata risposta: "Il Movimento 5 Stelle è stato accusato di essere Populismo 2.0. È esattamente l’opposto. In Italia, i partiti politici hanno occupato ogni spazio nell’industria, nelle banche, nei media, ecc. Non viviamo più in una democrazia, ma in una partitocrazia". In questo passaggio il comico genovese si appropria di parole (e tesi) molto vicine ai radicali di Pannella. Ma fin qui niente di male. Il problema è che un politico deve mettere in conto di essere criticato e attaccato, anche in modo duro. Anche di essere bollato come populista. Strizzando l'occhio al forte sentimento anti Casta Grillo sottolinea poi che il suo movimento, "al contrario degli altri partiti", "ha rifiutato ogni finanziamento pubblico".

Il comico-politico ormai ragiona da leader nazionale. Ricorda al Financial Times che il suo movimento è accreditato del "20 per cento dei voti, a soli due anni e mezzo dalla sua costituzione", rappresentando così "la seconda forza politica in Italia". Poi riassume, in due parole, lo spirito che alla base della sua battaglia politica: "Trasparenza e partecipazione, entrambi possibili grazie alla diffusione di Internet".

Beppe Grillo oltraggia tutti (partiti, uomini politici, istituzioni). Ma pretende di non essere oltraggiato. Proprio lui, che basa la sua fortuna sul dileggio (spesso esasperato) e sull'iperbole (spesso ingiuriosa) non vuole essere preso di mira. Esige rispetto. Per sé, non per gli altri.

@ideelibere

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