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Berlusconi: "La sinistra non sa gestire una banca, non può gestire il Paese"

Il leader del Pdl: "Taglieremo sedici miliardi dai costi dello Stato, con quei soldi toglieremo l'Irap e faremo ripartire il quoziente familiare"

Berlusconi: "La sinistra non sa gestire una banca, non può gestire il Paese"

"Non sanno gestire una banca, figuriamoci un Paese", Silvio Berlusconi mette il dito nella piaga del Partito Democratico. "Ora si tratta di trovare delle soluzioni concrete per mettere la banca e i risparmiatori, vanno subito trovate le soluzioni concrete e poi verranno accertate le colpe.", ha proseguito il Cavaliere ai microfoni del Tg1.

L'ex premier torna a puntare il dito contro le toghe politicizzate: "Ancora una volta una Procura interviene nella campagna elettorale. L’inchiesta di Roma sui bus appare come l’ennesimo caso di giustizia ad orologeria. Vengono diffusi verbali a meno di un mese dal voto, con la sinistra che subito cavalca l’onda giustizialista. Ma questa irruzione nella competizione elettorale non deve e non può mettere in difficoltà il sindaco Alemanno, perché i cittadini hanno imparato a valutare il peso reale di certi interventi e a scegliere sulla base dei valori, dei contenuti e delle capacità di governo".

E' un Berlusconi ottimista e sicuro di portare a casa un buon risultato quello che ha parlato ai microfoni dell'emittente telvisiva T9. "Io credo che abbiamo fatto un piccolo miracolo recuperando 10 punti in meno di un mese. I dati che noi abbiamo sono diversi di quelli pubblicati da Repubblica, io credo di più ai dati Euromedia. E confido che i dati Euromedia siano quelli della realtà. Esiste ancora un numero importante di elettori che sono nell’area del non voto. Gran parte di questi elettori, quasi il 50% sono elettori che nel 2008 ci avevano dato il loro voto". Confortato dai sondaggi il Cavaliere guarda avanti: "Ho fiducia nel fatto che noi possiamo portare a casa ancora quel 40% di elettori del 2008. Con questo confido di poter avere la maggioranza con il nostro partito, e solo con il nostro partito in parlamento e di utilizzare subito questa maggioranza per modificare la costituzione e rendere il nostro paese finalmente governabile". Primi punti nell'agenda del leader del Pdl: la riforma del sistema di elezione dei membri della Corte Costituzionale e l'elezione diretta del presidente della Repubblica.

Riforme istituzionali ma anche sforbiciate alle tasse e agli sprechi della politica Riguardo alla volontà di ridurre il costo dello Stato di 16 miliardi l’anno se il Pdl vincesse le elezioni, Silvio Berlusconi ha chiarito: "Pensiamo che questi sedici miliardi saranno poi divisi in due parti: una parte per quanto riguarda il debito pubblico ed altre cose, l’altra parte per ridurre le imposte sulle imprese, per arrivare alla progressiva sparizione del riteniamo sia il sistema migliore per far gravare meno tasse a chi è gravato da due, tre, quattro figli, rispetto a chi è single".

Poi il Cav va all'attacco di Monti e della compagine che si è coagulata attorno a lui: "No, io non credo che ci sia nessuna possibilità di collaborazione tra noi e questo ’centrinò che annovera Casini, Monti e Fini. Sono personaggi con cui abbiamo avuto a che fare in passato, e che per tanto riteniamo non siano davvero possibili come nostri interlocutori".

Poi si rivolge direttamente ai telespettatori: "Se vinceste cinquanta mila euro al totocalcio a chi li dareste per investirli? A un professorino come Monti che ha sempre visto e guardato l’economia dal buco della serratura della sua aula? O a un politico di mestiere come Bersani? O a tutti gli altri politici di mestiere come Fini e Casini? A Vendola che vuole mandare i ricchi all’inferno? Io gli ho detto che invece mi piacerebbe mandare lui nel paradiso Comunista di una Corea per esempio, dove ancora

538em;">c’è il Comunismo ortodosso".

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