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Berlusconi boccia Monti: "Indeterminatezza totale"

Il Pdl in pressing sul governo perché adotti una linea più dura nei confronti della Merkel. Il Cav preoccupato: "C'è incertezza assoluta"

Berlusconi boccia Monti: "Indeterminatezza totale"

Forse ci siamo. Forse il premier Mario Monti ha finalmente accolto l'ultimatum del Cav e ha deciso di scaricare frau Merkel. Forse il governo, alle prese con la preparazione del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, avrà un moto d'orgoglio e si presenterà a Bruxelles sbattendo i pugni sul tavolo. Forse, appunto. Per il momento, fonti vicine a Palazzo Chigi, assicurano che Monti voglia mettere alle strette la cancelliera tedesca. A dare una scrollata al Professore ci ha pensato Silvio Berlusconi che ha deciso di lanciare un ultimatum al governo: "Deve cambiare subito direzione". Al termine del vertice col premier, il Cavaliere ha sottilineato che il governo vacilla in una incertezza assoluta e che, per cavarsi fuori da questo stallo, deve adottare una linea più ferma in Europa: "Siamo andati via con una sensazione di indeterminatezza sulle proposte che l’Italia farà".

Trovandosi di fronte un Monti preoccupato, il presidente della Repubblica Napolitano lo ha rassicurato dell'appoggio costante del Quirinale sulle politiche per la crescita. Almeno per il momento rimane lontano lo spettro di elezioni anticipate, invocate da un pezzo della maggioranza che sostiene Monti, nel caso in cui da Bruxelles uscisse vincitrice la linea del rigore a tutti i costi della Merkel. Nelle ultime ore, però, il presidente del Consiglio avrebbe addirittura accarezzato l'idea di un colpo ad effetto per costringere la Merkel a mettere da parte i suoi nein agli eurobond e a un allentamento della linea del rigore a favore di politiche di spesa e investimento, capaci di dare il necessario colpo di reni per la crescita dell'eurozona. "Se la cancelliera non molla le dirò che mi dimetto perché se le cose non cambiano non sono nelle condizioni di portare l'Italia fuori dal baratro", avrebbe ipotizzato Monti facendo leva sullo spauracchio della crisi politica che porterebbe l'Italia sotto l'attacco degli speculatori. D'altra parte la Merkel sa fin troppo bene che il crollo di Roma vorrebbe dire il tracollo definitivo dell'euro con prospettive che metterebbero i brividi anche a Berlino.

In serata, Palazzo Chigi ha smentito ai microfoni di Bloomberg di voler ricattare la Merkel che non abboccherebbe a un bluff del genere. Per questo Monti avrebbe optato per confrontarsi con la maggioranza che lo sostiene in parlamento. Da qui gli incontri con i vertici di Pdl, Pd e Udc e il summit con l'ex premier Silvio Berlusconi. Pur confermando l'appoggio al governo, Angelino Alfano ha già fatto sapere che Monti deve andare a Bruxelles e fare gli interessi dell'Italia e degli italiani. "Noi abbiamo scelto di sostenere il governo Monti, non perchè lo volessero i mercati - ha spiegato il segretario del Pdl - ma perchè c’era una dimensione politica che non ci consentiva di fare quello che volevamo nell’interesse degli italiani". Durante l'incontro con Monti, Berlusconi ha espresso le inquietudini del gruppo pur confermando il sostegno alla riforma del lavoro. Non è, infatti, un mistero che il 75% degli elettori del Pdl è contrario al sostegno al governo Monti. "Al termine dell’incontro - ha spiegato Berlusconi - siamo andati via con una sensazione di indeterminatezza sulle proposte che l'Italia farà". Per il momento, però, il pdl continuerà a sostenere i tecnici dal momento che gli stessi vertici dell'Eurotower definiscono "catastrofique" l'eventuale caduta di Monti.

Subito dopo il vertice con Berlusconi, nel suo discorso alla Camera, Monti ha voluto ribadire che gli orientamenti condivisi tra il parlamento e l'esecutivo hanno contribuito a plasmare una agenda comune europea su cui il governo italiano è stato particolarmente protagonista. Ad ogni modo il premier ha ribadito un secco "no" alla "trappola della recessione". Tra le proposte che Monti porterà al vertice Ue ci sarà quella di permettere l'accesso al Fondo salva Stati solo ai Paesi in regola con la disciplina fiscale. All’apertura del mercato, il lunedì dopo il summit, servirà un meccanismo soddisfacente per reggere alle tensioni del mercato e stabilizzare l’euro.

Sarà la volta buona? Dal canto suo, Monti ha fatto sapere di essere "un po' stufo che la crisi dell’eurozona sia sempre parte dell’agenda dei G8 e G20".

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