Berlusconi pronto allo strappo: non resto con chi mi pugnala
4 Settembre 2013 - 08:03Frenata nelle trattative con il Quirinale. E l'ex premier torna all'attacco: "Come garantire stabilità di governo se gli alleati mi colpiscono alle spalle?"
Strappo. Nelle ultime ore la trattativa con il Quirinale subisce una brusca frenata. Berlusconi, che resterà ad Arcore fino a giovedì e probabilmente oltre, non ci sta. Non ci può stare. Capisce le ragioni dei figli, che cercano di persuaderlo a cedere per evitare l'onta degli arresti domiciliari o i servizi sociali; capisce le ragioni degli uomini Mediaset che lo mettono in guardia dalle possibile ripercussioni sulle aziende qualora il governo franasse; capisce le ragioni delle colombe che le provano tutte per trattare una resa dignitosa. Ma Berlusconi non ci sta. Almeno, ieri questo era il mood.
Il suo ragionamento: «Sono anni che sono responsabile: ho fatto nascere il governo delle larghe intese; auspico la pacificazione nazionale ma loro vogliono soltanto eliminarmi dalla scena politica per prendere il potere. Non ci sto». Con quel «loro», il Cavaliere si riferisce sia al Pd sia a Napolitano. Sono proprio le ultime notizie che arrivano dal Quirinale a far precipitare la situazione e trasformare il Cavaliere da supercolomba a superfalco. In pratica il Colle non è disposto a muoversi di un millimetro dalla nota dello scorso 13 agosto, opponendo una sfilza di non possumus: non si può fermare la magistratura, non si può interferire sui lavori della giunta, non si può fare nulla di più che valutare la grazia, ma soltanto previa domanda e quindi ammissione di colpa. Quindi, niente da fare. Il Cavaliere scuote la testa: vogliono che mi faccia da parte; che non reagisca alla clamorosa ingiustizia subita; che inizi a scontare la pena; che ammetta che sono un delinquente quando non è vero; che chieda scusa per una colpa che non ho; che resti in balìa dei giudici di sinistra che mi vogliono vedere morto; in più, che garantisca lunga a vita al governo per il bene della Nazione. Non possono chiedermi tanto. «Se pensano di eliminarmi così si sbagliano di grosso - ripete il Cavaliere in versione falco -. La mia dignità come uomo, prima che come politico, mi impone di resistere». E ancora: «Come faccio a garantire la stabilità di governo se il mio alleato mi accoltella nella schiena? Impensabile». E le nubi tornano ad addensarsi sopra palazzo Chigi.
Ieri, ad Arcore, si respirava più aria di guerra anche perché a villa San Martino arrivano lettere di militanti che implorano al Cavaliere di non mollare. Giusto ieri è arrivata a destinazione una lettera dell'avvocato Giuseppe Lipera, già amico di Enzo Tortora, definito «emblema della malagiustizia italica». «Combattiamo per Lei e con Lei il male che ha distrutto l'Italia (la malagiustizia, ndr). Stanno nascendo ovunque circoli, comitati, associazioni spontanee pro Berlusconi e fra questi il giovane Roberto Posenato di Brescia che ha organizzato per il prossimo 21 settembre una manifestazione a Coccaglio (Brescia) in suo favore». Insomma, c'è già aria di campagna elettorale. La prova è qualche falco pidiellino ha già compulsato il calendario e cerchiato in rosso le seguenti date: scioglimento delle Camere il 26-27 settembre ed elezioni il 17-18 novembre; oppure scioglimento il 3-4 ottobre ed elezioni il 24-25 novembre. Il ragionamento: Berlusconi si salva solo se rivince le elezioni. Ma il problema è ottenerle.
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