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Berlusconi risolve il caso Toti: non sarà coordinatore unico

Al giornalista il ruolo di portavoce Fi e "primus inter pares" affiancato da un comitato ristretto. L'intesa entro domani

Berlusconi risolve il caso Toti: non sarà coordinatore unico

Un fitto lavoro di mediazione tra le varie anime del partito. Una serie di incontri ad Arcore per superare dubbi e resistenze. Un fine settimana di consultazioni per mettere a punto una macchina, quella di Forza Italia, che sarà chiamata a prove importanti, a cominciare dalle elezioni regionali sarde del prossimo 16 febbraio per proseguire poi con le elezioni europee di maggio che si svolgeranno in contemporanea con molte consultazioni amministrative, senza sottovalutare il possibile ritorno alle urne per le Politiche, in caso di crisi del governo Letta.
Silvio Berlusconi dedica buona parte delle sue due ultime giornate milanesi al tentativo di disegnare un'organizzazione stabile, partecipata ed efficiente della nuova Forza Italia. Un'impresa non facile perché bisogna trovare il bilanciamento tra la suggestione del partito leggero e movimentista e il necessario ancoraggio territoriale, tanto più importante nel momento in cui si va, dopo la sentenza della Corte costituzionale, verso la cancellazione delle liste bloccate. Inoltre bisogna anche procedere a nomine che non siano percepite come uno schiaffo da una classe politica rimasta fedele nel momento più difficile. Tanto più dopo che negli ultimi giorni sui media è passato il messaggio di una sostituzione in corsa di Denis Verdini con Giovanni Toti. Proprio per questo il presidente di Forza Italia spende gran parte della sua giornata a spiegare che per il direttore del Tg4 e di Studio Aperto non si profila un incarico da coordinatore unico ma un ruolo rispettoso dei profili e delle competenze degli altri dirigenti. Una scelta condivisa in pieno dallo stesso giornalista che non intende entrare nella tolda di comando del partito come una sorta di «commissario speciale» ma vuole creare condizioni civili di cooperazione.
La quadratura del cerchio, discussa in una serie di riunioni ad Arcore, alle quali partecipano oltre allo stesso Silvio Berlusconi anche i vertici aziendali di Fininvest e molti big azzurri, dovrebbe prevedere per Toti un ruolo di portavoce, coordinatore politico o comunque di «primus inter pares». Si procederà, poi, alla nomina di un ufficio di presidenza allargato. A questo si affiancherà un comitato ristretto che dovrebbe essere composto da una decina di persone, tra cui Denis Verdini, Sandro Bondi, i capigruppo del partito (compreso Raffaele Baldassarre, capogruppo Fi a Strasburgo) e i vicepresidenti delle Camere. Una tolda di comando rispetto alla quale dovrà essere chiarito il ruolo di Raffaele Fitto che non chiede incarichi ma non nasconde le sue perplessità rispetto alla svolta in corso.
L'intesa non è, comunque, ancora conclusa. Verrà siglata probabilmente tra oggi e domani quando Silvio Berlusconi - ieri alle prese anche con il caso Allegri - tornerà a Roma per chiudere la partita e definire le deleghe («di sicuro Toti dovrebbe avere quella alla comunicazione», riferiscono fonti parlamentari, lavorando a stretto contatto con Deborah Bergamini). In settimana dovrebbero essere definiti anche i vicecoordinatori regionali. Potrebbero essere anche quattro per ogni regione per accontentare le varie anime del partito. A metà febbraio dovrebbe tenersi un'assemblea costituente in cui verrà presentata la nuova squadra. Berlusconi si è occupato anche di alcune sollecitazioni arrivate dal territorio. Dalla Sardegna, ad esempio si sta alzando il pressing per convincerlo a fare un blitz nell'isola a sostegno della candidatura del candidato governatore, Ugo Cappellacci. Così come, nelle conversazioni interne, si stanno iniziando a valutare possibili candidature in caso di elezioni anticipate in Piemonte.

Due i nomi che circolano: quello del coordinatore piemontese Gilberto Pichetto Fratin e quello di Guido Crosetto, oggi in Fratelli d'Italia.

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