Politica

L'occupazione tedesca

Le Borse risalgono, l'arma dello spread non funziona. E ora la Merkel vuole condizionare la democrazia e il voto italiano

Lo spread scende, la Borsa sale e gli sciacalli restano a bocca asciutta. Il tentativo di fermare il ritorno in campo del centrodestra usando le leve della finanza è svanito nel giro di ventiquattro ore. Delusi dai poteri forti, gli antiberlusconiani ora si aggrappano alla Germania di Angela Merkel, che ieri è intervenuta in modo inusuale sugli affari interni italiani, auspicando, di fatto, un non-ritorno di Berlusconi. Già, se la generale Merkel perdesse il suo soldatino Monti, addio ai sogni egemonici a costo zero. E quindi giù bastonate e ricatti all'Italia libera, come se il risultato delle nostre elezioni valesse meno del suo pensiero.

È dai tempi della Repubblica sociale italiana che la Germania non osava tanto nei confronti dell'Italia. Ricordate? Mussolini liberato sul Gran Sasso dai paracadutisti tedeschi e insediato sotto tutela a Salò, con ministri e generali fantocci che dovevano obbedire agli ordini che arrivavano da Berlino.
Sappiamo come andò a finire. Mussolini travestito da tedesco fermato sulla via di fuga, poi Giulino di Mezzegra e Piazzale Loreto. Se Dio vuole, i tempi sono cambiati. Niente paracadutisti, armi e cappi. Ma la guerra è la stessa, la si combatte con le banche, lo spread, i giornali.

Passi La Repubblica, ma fa tristezza vedere il Corriere della Sera, presunto quotidiano della borghesia del Nord, svendere i suoi lettori e il Paese intero ai voleri della Germania. Ferruccio de Bortoli, il direttore, si comporta come il Mussolini repubblichino: si aggrappa alla Germania per tentare di negare agli italiani il diritto di essere liberi, liberi di scegliere nelle urne chi dovrà governarli, senza condizionamenti esterni. Evoca lo spread così come il Duce imbrogliava, per convincere il suo popolo, fantasticando sull'arma segreta di Hitler che avrebbe cambiato i destini della guerra. Paradossi della storia. La sinistra costretta a ripetere gli errori del fascismo, il centrodestra a combattere una guerra di liberazione.
Noi non siamo la Germania, e ce ne vantiamo. Vogliamo stare in Europa ma da Paese libero e sovrano, in grado di porre condizioni utili alle nostre imprese e alle nostre famiglie.

Se ci sarà da combattere, mediaticamente parlando, noi siamo pronti.

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