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Berlusconi si confessa da Vespa

L'ex premier a tutto campo: "Il voto sulla mia decadenza è una macchia sulla democrazia italiana". Poi incalza il governo: "Intervenga sulla legge Severino"

Berlusconi si confessa da Vespa

Dal voto sulla sua decadenza alla legge Severino, dalla manovra al ritorno dell'Imu. Silvio Berlusconi parla a tutto. E lo fa in una lunga intervista riportata nell'ultimo libro di Bruno Vespa, Sale, zucchero e caffè. L’Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica (Mondadori - Rai Eri). E, proprio nel giorno in cui la Giunta per il regolamento è chiamata a decidere sulle modalità di voto, le anticipazioni dell'ultima fatica del giornalista Rai riportano tutta l'indignazione del Cavaliere: "Il voto sulla mia decadenza sarebbe una macchia sulla democrazia italiana destinata a restare nei libri di storia: il leader di centrodestra escluso così, con una sentenza politica che è il contrario della realtà, perché non si riesce a batterlo nelle urne".

Nell'intervista a Vespa, Berlusconi è invitato nuovamente il governo a intervenire sulla legge Severino. "Segnalo che il governo, se volesse, avrebbe un’autostrada per risolvere il problema - ha spiegato l'ex presidente del Consiglio - è tuttora aperta la legge delega sulla giustizia, e basterebbe approvare una norma interpretativa di una riga, che chiarisca la irretroattività, la non applicabilità al passato della legge Severino". E qui la palla passa al premier Enrico Letta: "Dica si o no". Quello che chiede il Cavaliere è una scelta di campo netta. Non tra destra o sinistra, ma tra legalità o illegalità. "Basterebbe rispettare lo Stato di diritto - ha spiegato il Cavaliere - l’articolo 25 della nostra Costituzione e l’articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo".

Il Cavaliere ha affrontato anche il nodo sulla legge di stabilità. "I ministri l’hanno approvata con la clausola che avrebbe dovuto essere migliorata in incontri con la nostra cabina di regia e dopo in parlamento", ha spiegato sottolineando che ci sono due punti che non possono essere aggirati. "La legge di stabilità va cambiata - ha continuato - perché è inaccettabile l’idea di nuove tasse o, peggio ancora, del ritorno della tassa sulla casa, addirittura aumentata".

Quello che preme a Berlusconi è che non vinca il partito delle tasse.

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