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Berlusconi: "Fini mi tradì perché voleva fare il premier"

Il Cav svela i motivi che spinsero Fini a lasciare il Pdl e tradire gli elettori: "Se ne andò dietro la promessa di diventare premier di una maggioranza di centrosinistra"

Berlusconi: "Fini mi tradì perché voleva fare il premier"

"Avendo avuto una maggioranza sempre più risicata per il passaggio, acquistato dalla sinistra di alcuni nostri parlamentari a sinistra, ed essendo rimasti con due parlamentari di maggioranza abbiamo ritenuto di lasciare per un governo tecnico. Per senso di responsabilità e amor di patria ci siamo dimessi. Abbiamo sbagliato ma con il senno di poi sono piene le fosse".

"Lo spread non è colpa del mio governo"

Così Silvio Berlusconi torna a parlare, ospite di Italia domanda su Canale 5, della fine del suo governo. Una fine causata da una "tempesta perfetta", ma "non c’era nessun problema di governo italiano" sia sulla crisi economica che sullo spread, è stata "una febbre finanziaria. Quel che è successo con la febbre del mercato finanziario non è dipeso dal mio governo così come l’andamento dello spread non dipende dai governi. Ci sono tanti fattori che sono intervenuti come ad esempio la debolezza dell’euro". 

"Fini mi tradì perché voleva fare il premier"

Poi torna a sparare bordate contro il presidente della Camera: "Fini se ne andò per fondare un piccolissimo partito, che raggiunge a malapena l’uno per cento. Un suicidio politico, dietro la promessa di diventare premier di una maggioranza di centrosinistra".

"Casini ha una bella faccia tosta"

"Casini è coerente su una cosa: l’attenzione alla famiglia. Tanto è vero che nelle sua liste ha messo in lista cognati, generi, nuore...Ha una bella faccia tosta. Se non sono riuscito a fare tante cose devo dire grazie a lui e a Follini. Per la famiglia abbiamo fatto detrazioni importanti per quelle numerose e per quelle con disabili.  Monti ha deluso tutti perché essendo a suo dire portatore di rinnovamento si va ad alleare con Casini e Fini che da trent’anni sono in Parlamento", ha affermato l'ex presidente del Consiglio.

"Monti ha portato alla recessione"

Il leader del Pdl ha poi criticato il governo Monti che "ha applicato acriticamente quella politica del rigore a una economia che non era in crescita: l'ha portata dentro una spirale recessiva pericolosa.  La politica di procedere all’aumento delle tasse ha portato ansia e paura nelle famiglie: al di là della tredicesima succhiata dallo Stato per pagare l’Imu, quella politica ha determinato un fattore psicologico che riduce i consumi, con una spirale negativa. Il governo Monti ha agito con maggiori poteri di quello fascista. Ha usato il decreto legge anche per cose ordinarie".

Il Cavaliere ha poi ripercorso le sue apparizioni televisive riferendosi soprattutto alla spolverata alla sedia di Travaglio, al cartellone in testa al giornalista dell’Espresso? "Io sono così, giocoso, ottimista e allegro. Dico le cose che devo dire ma con senso dell’umorismo e ironia", ha detto Berlusconi.

Nessuna battuta sulla Merkel

Che poi ha negato di aver fatto la famosa battuta sulla Merkel che gli è stata attribuita. "Quella battuta non è vera. Non ho mai fatto una battuta così né verso la Merkel né altre signore. Ho grande rispetto verso l’altra metà del cielo". Per il leader del Pdl, "l’acredine della Merkel è semplicemente causata dai tanti no che ho detto nei Consigli europei a politiche che potevano essere favorevoli per la Germania ma non per l’Italia e per altri Paesi: come ad esempio quando si pensò all’Autorithy per le banche europee o alla Tobin tax".

"Lettera della Bce fu una imposizione"

Per quanto riguarda la lettera della Bce, "fu una imposizione della Bce che, chiamata a intervenire sui mercati finanziari per acquistare titoli e fermare la salita degli interessi, ci disse invece di andare al pareggio di bilancio nel 2014 di farlo nel 2013 con un atto di buona volontà". Berlusconi è poi tornato sul capitolo dei rapporti con l'Europa. "Al tavolo dei Consigli di Capo di Stato e di governo c’erano ex sindacalisti e professionisti della politica. Io ero quello con maggiore esperienza che veniva dalla trincea del lavoro e con 20 anni di esperienza da presidente del Consiglio. Ero il più capace, il più pericoloso e il più bravo negli interventi. Molti di questi signori aprivano la paginetta che gli avevano preparato e leggevano. Io non mai letto paginetta, ho tutto qui", ha affermato il Cavaliere facendo il segno di toccarsi la fronte.

"Abbassare l'Irap e ripartire dalle imprese"

Il Cavaliere ha poi proposta la ricetta per uscire "dalla spirale recessiva in cui il governo Monti ci ha cacciato": "Ci si deve tirar su le maniche e lavorare duro partendo dal supporto all’ impresa. Senza impresa non c’è ripresa. Riduzione del carico fiscale; abbassare l'Irap, togliere di mezzo tutti i vincoli della burocrazia che sono una camicia di forza per le imprese, a partire dai controlli ex ante. E poi ridare il credito alle imprese. Non c’è altra possibilità che un intervento diretto dello Stato. Faccia un passo avanti; si crei un triangolo impresa-banche-governo, e il governo garantisca i crediti delle banche". Secondo l'ex premier "nel giro di cinque anni se il governo avesse il potere potremmo arrivare a meno 10% di spese e cioè meno 80 miliardi con un risparmio progressivo di 16 miliardi all’anno. Se il governo avesse gli strumenti quei soldi servirebbero a ridurre l’Irap su lavoro e poi si aumenterebbero gli
aiuti alle famiglie
".

"Immorale evadere le tasse"

"È gravissimo evadere, è una cosa assolutamente immorale, troppe volte mi si è accusato di non aver detto cose pesanti contro chi evade, ma quando lo Stato chiede al cittadino troppi soldi rispetto a quanto guadagna, con un’aliquota oltre il 40% sente dentro di sé che è un furto o addirittura una rapina, ciò non lo giustifica se evade, ma si sente autogiustificato a non pagare. È una cosa che non si può accettare, ma lo stato deve pesare di meno sui cittadini", ha spiegato il Cavaliere. Che poi ha rivendicato di "non aver mai aumentato la pressione fiscale. Mai messo le mani nelle tasse dei cittadini. Noi abbiamo lasciato la pressione al 42,6% e il governo Monti è arrivato a 44,7%. I governi di centrosinistra hanno avuto mediamente la pressione fiscale superiore di
un punto rispetto ai nostri. Non è che la pressione fiscale si abbassi con bacchetta magica, bisogna ridurre le spese dello Stato
".

"Marchionne è una persona seria"

"Marchionne? Ho grande stima, è una persona seria. Credo abbia assolutamente la possibilità e l’intenzione di mantenere la produzione della Fiat in
Italia. Gli faccio gli auguri in un momento difficile per la Fiat affinché possa provvedere a nuovi modelli anche per il mercato di tutto il mondo", ha detto Berlusconi.

"Candidatura di Ingroia? Mi vengono i brividi alla schiena"

La candidatura di Antonio Ingroia "mi dà fastidio in tutti i modi e mi vengono i brividi alla schiena a pensare che ha fatto le indagini più delicate, come quelle sul rapporto tra stato e mafia, e le faceva con una testa di estrema sinistra. Ha manifestato l’adesione ad una ideologia rivoluzionaria di sinistra incompatibile con il suo ruolo".

"Dell'Utri? Temo gli chiederemo un sacrificio"

"Il mio spirito garantista e la conoscenza di una persona straordinaria che in Marcello Dell’Utri vede un padre di famiglia, un credente convinto, uomo di cultura, bibliofilo numero uno in Italia, dotato di qualità umane e morali che ha tutto per essere messo in lista. Decideremo domani o dopo le
nostre liste ma temo che dovremo chiedere un grande sacrificio perché una sua candidatura porterebbe su di noi critiche di chi, come la sinistra, profitterebbe di queste presenze"
, ha detto Berlusconi.

"In Mali mi asterrei da qualunque intervento"

"Mi asterrei in questo momento da qualunque intervento. L’Italia ha già dato nei Balcani, in Iraq, Afghanistan.

Questa particolare azione non ci vede in alcun modo coinvolti e la Francia ha tutte le disponibilità necessarie", ha concluso Berlusconi.

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