Politica

Berlusconi a sorpresa sceglie la linea soft: credo nei magistrati

Dopo che la Cassazione ha respinto il legittimo sospetto Berlusconi dice di confidare "in una piena assoluzione"

Berlusconi a sorpresa sceglie la linea soft: credo nei magistrati

Cronaca di una sentenza annunciata. Berlusconi aspetta l’esito della deci­sione della sesta sezione pena­le della Cassazione ad Arcore senza troppe aspettative. La ri­chiesta di trasferimento dei pro­cessi da Milano a Brescia viene respinta con un comunicato stringato e, per la verità, atteso. Tuttavia, anziché dar fuoco alle polveri e lanciarsi in comunica­ti bellicosi, il Cavaliere tiene il basso profilo; pur restando con­vinto di essere vittima di uno straordinario accanimento giu­diziario da parte della procura di Milano. I suoi due processi, quindi, proseguiranno lì: sia il Ruby, che vede Berlusconi accusato di concussione e prostituzione minorile e che è ancora fermo al primo grado; sia il Mediaset, per il quale Berlusconi è stato condannato in primo grado a 4 anni, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e ora in fase d’appello. Tuttavia la parola «fine» ai due processi non è dietro l’angolo. I legali dell’ex premier,Longo e Ghedi­ni, quando riprenderanno le udienze, potrebbero chiedere un ulteriore rinvio in attesa del verdetto della Consulta sul con­flitto di attribuzione sollevato nel 2011.

Berlusconi però è convinto che arriverà una sentenza di non colpevolezza: «Vedrete, mi assolveranno», dice a chi lo sente. Poi professa la sua inno­cenza in un’intervista al Tg5 che andrà in onda questa sera: «Confido in una sentenza di pie­na assoluzione a meno che si voglia ancora una volta eliminarmi attra­verso la via giudi­ziaria. Un tentati­vo che sta avvenen­do da oltre 20 an­ni », dice. Entra nel merito del procedimento Mediaset: «Secon­do la sentenza di primo grado avrei evaso il fisco per 3 milioni. In quello stesso periodo il mio gruppo ha ver­sato allo Stato 567 milioni. Che senso aveva una evasio­ne di quella porta­ta? »,lamenta.E an­cora: «La vicenda non mi riguardava e non mi riguarda perché non ho avuto alcuna parte nelle vi­cende di cui tratta il processo. Non mi sono mai occupato dei bilanci delle società del mio gruppo né mai mi sono occupa­to di questioni inerenti il fisco in relazione a Mediaset». Quin­di ricorda: «All’epoca dei fatti del processo 2002-2003 ero pre­sidente del Consiglio, impegna­to sul fronte interno e interna­zionale. Ricordo che la Cassa­zione, con due sentenze, con­fermò la mia estraneità, in quel tempo, ai fatti riguardanti la te­levisione. Il tribunale non ne ha tenuto conto. Ho conosciuto il signor Frank Agrama negli an­ni ’80 a Los Angeles ma non so­no mai stato socio in alcune so­cietà con questo signor Agra­ma».

Berlusconi si sente vittima di una procura che da anni lo vuo­le in galera ma sceglie la strate­gia soft. Forse in ossequio alla li­nea morbida presumibilmente consigliatagli dal nuovo legale che affianca gli storici Longo e Ghedini. L’avvocato Franco Coppi, infatti, è noto per essere fautore della linea sobria e re­frattario a qualsiasi prova mu­scolare con i magistrati. Ecco perché il Cavaliere si morde la lingua e si impone, se non il si­lenzio, il sussurro.
Inoltre non è tempo di incen­diare la politica con la benzina­giustizia, specie in questa fase. Sul tavolo c’è la trattativa sulla Convenzione delle riforme che l’ex premier aspira a guidare per avere una sorta di legittima­zione defi­nitiva e per contribui­re a scrivere la parola «pacifica­zione » nazionale.

Certo alle sue orecchie non smettono di arrivare le parole dei falchi, cri­tici nei confronti della strategia buonista: «Ti condanneranno lo stesso», gli dicono. Consi­gliandogli di non cadere nella trappola dell’abbraccio con la sinistra. Ergo, niente timori a far saltare il governo, posto che i sondaggi sono rosei. Sia quelli sul tavolo del Cavaliere, sia quelli anticipati da La7 : il cen­trodestra è al 34,7%, il centrosi­nistra al 29,4%.

E fra i partiti, il Pdl è al 27,3%, il Pd al 22,3%, il Movimento 5 stelle al 25,9%.

Commenti