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Berlusconi torna in testa e apre all'ipotesi Grasso capo di un governissimo

Berlusconi confortato dai sondaggi: sia Ipr che Euromedia certificano il sorpasso del centrodestra sul Pd

Berlusconi torna in testa e apre all'ipotesi Grasso capo di un governissimo

Nel lungo pranzo a Palazzo Grazioli gli scenari sul tavolo sono sostanzialmente due: convergere su un governo sostenuto anche dal Pd oppure il ritorno alle urne il più presto possibile. È questo il senso dei ragionamenti fatti da Berlusconi, Alfano e i due neocapigruppo del Pdl Schifani e Brunetta. Con una disponibilità teorica anche a dare un appoggio a un esecutivo Bersani (ma a quel punto sarebbe il segretario del Pd a sfilarsi visto la più volte ribadita pregiudiziale berlusconiana) e una più concreta apertura sull'ipotesi che l'incarico vada magari al neopresidente del Senato Grasso. Esponente del Pd, è vero, ma pure seconda carica dello Stato, uno per cui Berlusconi non ha mai nascosto la sua stima. Finita la boutade secondo cui il segretario del Pd avrebbe i numeri per formare un governo, insomma, se Napolitano passasse la palla all'ex procuratore nazionale Antimafia il Pdl - ovviamente a certe condizioni - potrebbe dare la sua disponibilità. A quel punto il cerino tornerebbe dritto al Pd che dovrebbe decidere se rifiutare il sostegno del Cavaliere nonostante il pressing del Quirinale e, con ogni probabilità, a quel punto anche di Grasso.

Una situazione comunque ingarbugliatissima, dove lo scenario più gettonato resta quello del voto anticipato. Anche il perseverare di Bersani nell'inseguimento del M5S - si riflette nell'entourage del Cavaliere - è così surreale che le vere ragioni che spingono il segretario del Pd potrebbero essere semplicemente quelle di rincorrere l'elettorato grillino in vista del voto imminente. Più che un tentativo di scouting - insomma - quella di Bersani sarebbe l'avvio della campagna elettorale. E al voto si prepara anche Berlusconi che auspica un «governo stabile e autorevole di concordia nazionale» che scaturisca da un accordo Pd-Pdl ma continua a lavorare sulla manifestazione di piazza di sabato a Roma. D'altra parte, il Cavaliere è confortato anche dai sondaggi. Al netto degli abbagli presi in questa tornata elettorale, infatti, sia Euromedia che Ipr registrano il sorpasso del centrodestra. Secondo la Ghisleri sarebbe al 30 contro il 28,8 del centrosinistra e il 28,5 del M5S; per Ipr invece arriverebbe al 31 contro il 28,9 del centrosinistra e il 24,5 di Grillo. Una differenza, quella del M5S, dovuta al fatto che la rilevazione di Euromedia è stata fatta prima del caso Grasso che, stando a Ipr, avrebbe fatto perdere a Grillo ben 4 punti.
Fosse questo lo scenario, insomma, è chiaro che per Berlusconi tornare al voto sarebbe il problema minore. Anche perché - è il ragionamento fatto a Palazzo Grazioli - è dal primo giorno che «chiediamo un governo di larghe intese» ed è il Pd a «sbatterci la porta in faccia». Di un eventuale ritorno alle urne, insomma, «l'unico responsabile sarebbe Bersani». Davanti al Paese - insiste in privato il Cavaliere - ma anche «davanti all'Europa».

Quello che segue Berlusconi, dunque, resta un doppio binario. Tanto che la manifestazione in programma sabato a piazza del Popolo potrebbe ancora cambiare slogan: invece del battagliero «Contro l'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria» un più ecumenico «Con Silvio per una nuova Italia». Si deciderà domani pomeriggio, quando Napolitano dovrebbe aver dato l'incarico e lo scenario forse sarà più chiaro. Intanto, si ragiona sulle caselle ancora da coprire.

Con Cicchitto in pole per il Copasir e Nitto Palma per la giunta delle elezioni del Senato, sempre che il Pd decida di lasciarle al Pdl invece che al M5S.

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