Politica

Bersani e Renzi verso il ballottaggio. Ma a decidere sarà Vendola

Al ballottaggio si sfideranno Bersani e Renzi: tra loro il divario è di 8 punti. Ma Vendola sarebbe già pronto a consegnare il proprio elettorato al segretario del Pd

Nichi Vendola nella sala stampa allestita all'hotel Palace di Bari
Nichi Vendola nella sala stampa allestita all'hotel Palace di Bari

Tutto il centrosinistra nelle mani di Nichi Vendola. Sebbene finga di aver già fatto la sua parte alle primarie, ora come non mai il leader del Sel è il vero ago della bilancia per il futuro politico della sinistra. Come ha fatto notare Silvio Berlusconi nelle ultime ore, con Matteo Renzi candidato alle prossime politiche il Pd diventerebbe - per la prima volta, dopo anni di ideologia comunista - una forza social democratica simile a quelle che troviamo in Inghilterra o in Germania. Probabilmente non sarà così. E il Pd si consegnerà nelle mani di Vendola. Che già fa sapere: "È impensabile un endorsement per Renzi".

I dati parlano chiaro. Bersani è arrivato primo, ma Renzi è riuscito a vincere la sua sfida personale: non solo ha incassato oltre il 36% delle preferenze ma è anche riuscito a strappare diverse zone rosse al segretario del piddì e ad accreditarsi come leader democratico nei Paesi del Nord Italia. Una vittoria di tutto rispetto se si pensa che il rottamatore è partito, da sindaco di Firenze, alla conquista della leadership di un centrosinistra fatto da "grandi" vecchi che, già da tempo, dominavano la scena mediatica. Non solo. Se Bersani poteva contare sull'appoggio dell'intero establishment di via del Nazzareno, il primo cittadino di Firenze ha lavorato, fianco a fianco, coi comitati che hanno girato le principali piazze d'Italia per convincere gli elettori della sinistra a voltare pagina, chiudere coi vari Rosy Bindi, massimo D'Alema e Anna Finocchiaro e aprire una nuova stagione politica. È finita, a notte inoltrata, con un Bersani al 44% e un Renzi al 36%. Otto punti percentuali di differenza. E un "arrivederci" a domenica prossima per il ballottaggio che deciderà chi guiderà la coalizione del centrosinistra alle elezioni politiche del 2013.

Renzi non ha fatto passare un minuto dalla chiusura dello spoglio per ripartire: ha congedato i suoi per una notte di riposo e, sveglio presto questa mattina, ha subito fatto ripartire la macchina elettorale che lo accompagnerà fino al ballottaggio. "Il punto centrale è che si riparte da zero a zero, e ripartendo da zero a zero ce la giochiamo fino all’ultimo", ha spiegato il sindaco di Firenze collegato in diretta con Mattino 5 su Canale 5. Sa benissimo che, a questo punto, ha bisogno di andare a recuperare gente nuova che, alle primarie, ha votato per Bruno Tabacci, Laura Puppato o Nichi Vendola. Sa benissimo che gli otto punti da recuperare non sono certo pochi. E sa benissimo che il leader del Sel, che ieri ha incassato oltre il 15% delle preferenze, strizza già l'occhio a Bersani. Proprio per questo, Renzi è disposto a guardare anche ai delusi del centrodestra. Tuttavia, va considerato che, se politicamente Vendola è più vicino a Bersani che a Renzi, non è certo che quel 15% di elettori si consegni, ad occhi chiusi, nelle mani del segretario del Pd. Insomma, per dirla con le parole di Vendola: "Bersani se li deve conquistare i voti che sono venuti a me nel primo turno". Il leader del Sel ha, infatti, fatto sapere di voler "ascoltare puntigliosamente Bersani e Renzi" per "orientare il proprio sostegno". Nel Pd, nonostante sia appunto scontato l’appoggio al segretario Bersani date le distanze che separano il governatore della Puglia dal sindaco di Firenze si ha, però, anche la convinzione che il governatore non lo farà a costo zero anche sul fronte di eventuali futuri incarichi. Non solo (e questo Vendola lo dice chiaramente): "Bersani deve dire parole chiare sulla differenza di genere, sulla crisi e sul lavoro".

Insomma, nella trattativa, il leader del Sel ci infila le nozze gay e la riforma fiscale che andrebbe a colpire i redditi più alti.

Commenti